Quante volte sentiamo parlare dell'importanza della tracciabilità alimentare nella filiera agricola? Il concetto è diventato sempre più cruciale negli ultimi anni perché permette di garantire la sicurezza e la qualità degli alimenti che ogni giorno vengono messi sulle tavole di miliardi di persone. 

 

Attraverso un controllo del percorso di produzione, trasformazione e distribuzione, infatti, la tracciabilità alimentare permette al consumatore di conoscere l'origine e la storia di un prodotto, fornendo informazioni accurate per prendere decisioni d'acquisto consapevoli. 

 

Perché comprare un prodotto dalla dubbia provenienza, quando posso scegliere la qualità certificata

 

In questo articolo, esploreremo tutto quello che c'è da sapere sulla tracciabilità alimentare, l'importanza che riveste, le informazioni coinvolte, i soggetti responsabili e i benefici per i consumatori.

 

Tracciabilità alimentare: che cosa si intende e perché è importante

Questi due termini fanno riferimento alla possibilità di seguire e ricostruire il percorso di un alimento, dalla sua produzione alla distribuzione, attraverso tutte le fasi della filiera alimentare. 

 

In questo modo è sempre possibile identificare la provenienza delle materie prime, le modalità di trasformazione e i canali di distribuzione, garantendo la trasparenza e la rintracciabilità di ogni alimento che arriva sulle nostre tavole.

 

Non è una pratica opzionale: dal 2005, il Regolamento Europeo 178/2002 ha reso obbligatoria la tracciabilità alimentare a tutte le aziende che operano sul territorio dell'Ue.
In un mercato fortemente competitivo e che non conosce barriere geografiche, la tracciabilità alimentare riveste un ruolo fondamentale nella tutela della salute dei consumatori.

 

Lo sappiamo bene: gli alimenti possono attraversare lunghe catene di approvvigionamento e la tracciabilità ci consente di identificare e isolare rapidamente eventuali prodotti a rischio, riducendo al minimo l'esposizione dei consumatori a potenziali pericoli.

 

Il valore aggiunto è implicito, ma c'è: la trasparenza che richiede la tracciabilità alimentare promuove la fiducia dei consumatori verso i produttori e i distributori, premiando prodotti di alta qualità e sostenibili.

 

Le informazioni coinvolte nella tracciabilità alimentare

Trattandosi di un processo che coinvolge tutti gli attori della filiera, è naturale che la mole di informazioni che devono essere registrate e documentate con le operazioni di tracciabilità siano tantissime. 

 

In genere, queste includono: 

  • Origine delle materie prime, ovvero l'origine delle materie prime utilizzate nella produzione degli alimenti. Questo include la registrazione delle aziende agricole, dei fornitori di ingredienti e dei prodotti utilizzati.
  • Modalità di trasformazione, inclusi i processi di lavorazione, le tecniche di conservazione e gli eventuali trattamenti termici o chimici.
  • Canali di distribuzione quali trasporti, magazzini e punti vendita. Questo permette di ricostruire, in qualsiasi momento, il percorso seguito dal prodotto.
  • Controlli di qualità e sicurezza ovvero tutti i controlli di qualità e sicurezza effettuati lungo la filiera alimentare. Questo include i test microbiologici, le analisi chimiche e i controlli di conformità alle normative vigenti.

Quali sono le sanzioni per chi non rispetta la tracciabilità alimentare

Come abbiamo detto, tutte le aziende che operano nell'Ue devono rispettare gli obblighi di tracciabilità alimentare.

 

Non farlo, ovviamente, comporta sanzioni pecuniarie amministrative, in conformità al Decreto Legislativo n. 190 del 5 aprile 2006.

 

Le sanzioni variano in base alla gravità delle violazioni e sono destinate agli operatori del settore alimentare che non predispongono un sistema di tracciabilità o non rispettano gli obblighi di rintracciabilità dei prodotti.


Le sanzioni previste includono multe che vanno da 750 euro a 4.500 euro per gli operatori che non predispongono le procedure di tracciabilità. Inoltre, sono previste anche sanzioni per il mancato rispetto degli obblighi derivanti dagli articoli 19-20 del Regolamento, per l'omissione di informazioni alle autorità competenti o per il mancato avvio delle procedure di ritiro di prodotti a rischio

 

In caso di reiterazione delle violazioni è prevista anche la sospensione dell'attività per un periodo compreso tra i 10 e i 20 giorni.


Tracciabilità alimentare: chi sono i responsabili

La responsabilità della tracciabilità alimentare ricade su tutti gli operatori coinvolti nella filiera alimentare, inclusi i produttori, i trasformatori, i distributori e i rivenditori. 

 

Ogni soggetto, infatti, deve essere in grado di fornire informazioni accurate e documentate sul percorso dei prodotti che gestisce.

Uno degli strumenti più utilizzati dai professionisti del settore primario per garantire la tracciabilità alimentare è QdC® - Quaderno di Campagna®.

 

Il QdC® - Quaderno di Campagna® è una web-app che consente di tracciare tutte le fasi del percorso produttivo, dalla coltivazione al conferimento: usandolo, le aziende agricole possono registrare le informazioni relative alle coltivazioni, ai trattamenti fitosanitari, alle concimazioni, alle raccolte e a tutte le altre attività di campo.

 

Questo permette di garantire la sicurezza e la qualità dei prodotti agricoli, facilitando la tracciabilità e la rintracciabilità degli alimenti lungo l'intera filiera, senza incappare in errori che potrebbero costare caro.

 

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