Guerra e aumento del costo dell'energia al centro dell'ultimo Consiglio Ue Agricoltura. Sbloccati i primi 56 milioni di euro della riserva agricola del 2023 a sostegno di Polonia, Romania e Bulgaria per far fronte all'eccesso di importazioni dall'Ucraina. Anche Lettonia e Lituania chiedono alla Commissione Ue di attingere dalla riserva per aiutare i propri produttori di latte, colpiti pesantemente dall'inflazione energetica. L'Ue propone un piano per proteggere gli impollinatori entro il 2030: Italia d'accordo, ma storce il naso sulla riduzione dei fertilizzanti chimici.

 

56 milioni di euro da riserva agricola Ue per Romania, Polonia e Bulgaria

La guerra in Ucraina si fa ancora sentire sul mercato agricolo internazionale. Per questo la Commissione Europea ha sbloccato i primi 56 milioni di euro della riserva agricola Ue a sostegno di Polonia, Romania e Bulgaria, i tre Paesi in Ue che hanno più risentito dell'eccesso di importazioni di cereali dato dalla guerra in Ucraina, che ha comportato uno squilibrio per le piantagioni degli agricoltori locali.

 

Secondo i dati forniti dal database sul commercio internazionale delle Nazioni Unite, dalla sola Polonia le importazioni dall'Ucraina nel 2022 sono aumentate del 52%, pari a 6 miliardi di euro, una cifra nettamente maggiore ai 2-3 miliardi di euro degli anni precedenti. Ecco perché, fra i tre, il Paese sarà quello a ricevere il fondo più consistente dalla riserva europea, pari 29,5 milioni di euro. 16,75 milioni di euro saranno invece destinati alla Bulgaria, e 10 milioni di euro alla Romania. I tre Paesi possono integrare il sostegno dell'Ue fino al 100% con fondi nazionali, per un totale di 112,6 milioni di euro di aiuti finanziari agli agricoltori colpiti.

 

Impollinatori: l'Ue vuole adottare un piano per proteggerli dall'estinzione entro il 2030

Secondo i dati europei sulle specie in via d'estinzione, una specie di api e farfalle su dieci e una specie di sirfidi su tre sono minacciate di estinzione. Eppure, questi insetti sono tanto piccoli quanto importanti per la produzione agricola, dato che circa quattro specie su cinque di colture e flora selvatica dipendono in parte dall'impollinazione animale.

 

Dopo l'iniziativa dell'Ue a favore degli impollinatori del 2018, il nuovo quadro di azione della Commissione Europea stabilisce una serie di obiettivi da conseguire entro il 2030, tra cui istituire un sistema di monitoraggio globale sulla distribuzione e sullo stato degli impollinatori (l'Ue ci sta lavorando dal 2021 con la sua proposta di monitoraggio degli impollinatori in Europa), promuovere la condivisione di conoscenze tramite il già esistente sito informativo sugli impollinatori in Ue, creare le cosiddette "Buzz Lines", delle reti pianificate e interconnesse di habitat che consentano alle specie di muoversi alla ricerca di cibo, rifugio e luoghi di nidificazione e riproduzione, istituire aree di alimentazione favorevoli agli impollinatori selvatici attraverso colture floreali o la coltivazione di piante mellifere annuali, finanziamenti a favore degli impollinatori tramite i programmi Life e Horizon Europe, e, infine, il divieto dei fertilizzanti chimici nelle aree sensibili che ospitano gli impollinatori, come proposto anche nel Regolamento relativo all'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, presentato lo scorso giugno dalla Commissione Europea.

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Italia, no a divieto di fertilizzanti chimici

Su quest'ultimo punto ha storto il naso il ministro dell'Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, che durante il dibattito pubblico al Consiglio Agricoltura e Pesca, da un lato si è detto d'accordo sul mettere in atto iniziative concrete per la salvaguardia degli impollinatori, ma dall'altro si è mostrato riluttante sulla connessione con la riduzione degli agrofarmaci, misura che "può mettere in discussione il nostro sistema produttivo".

 

Settore lattiero caseario colpito dalla crisi energetica

A febbraio 2023 più del 10% delle aziende lituane ha abbandonato la produzione di latte e molte altre aziende rischiano ora il fallimento. Ma la situazione potrebbe aggravarsi ulteriormente. Infatti, se gli allevamenti chiudono le vacche da latte dovranno essere abbattute e questo avrà ripercussioni anche sul settore della carne bovina. E allora come fare?

 

Una possibile soluzione è stata suggerita da Lettonia e Lituania, che hanno espressamente chiesto alla Commissione Europea di finanziare i rispettivi settori caseari tramite la riserva agricola della Pac, in concordanza con l'articolo 221 del Regolamento 1308/2013 che prevede l'attuazione di misure di emergenza a sostegno dei Paesi membri. Non resta che aspettare la risposta dell'Esecutivo europeo sulla questione.