Diventa legge il provvedimento di tutela del metodo biologico. Il Parlamento ha dato infatti il via libera definitivo alla Proposta di Legge - non poco controversa per via delle polemiche che aveva suscitato con i riferimenti al biodinamico, poi stralciati - che prevede "Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico".
Leggi anche
Niente biodinamico, salta la Legge sul Biologico
L'Italia sceglie così di puntare sul bio. Il semaforo verde è arrivato a Palazzo Madama ma la vera svolta è stata con il passaggio in Aula alla Camera, dove sono state accolte le perplessità espresse dagli scienziati, nonché l'indicazione - seppur in via indiretta - del capo dello Stato; ed allora è stato eliminato il riferimento all'agricoltura biodinamica.
Tra le principali novità la definizione di produzione biologica quale attività di interesse nazionale, con il riconoscimento di una funzione sociale e ambientale. Viene poi istituito il Tavolo Tecnico per la Produzione Biologica. E nasce il marchio biologico italiano per quei prodotti ottenuti da materia prima italiana. Inoltre, si prevede un Piano d'Azione Nazionale per la Produzione Biologica e i Prodotti Biologici e un Piano Nazionale delle Sementi Biologiche.
Inoltre viene istituito il Fondo per lo Sviluppo della Produzione Biologica, alimentato dal contributo annuale, nella misura del 2% del fatturato dell'anno precedente, dalle imprese titolari dell'autorizzazione all'immissione in commercio di determinati prodotti fitosanitari considerati nocivi per l'ambiente. Il provvedimento amplia il novero dei prodotti soggetti al contributo, includendovi quelli il cui codice indica un pericolo di inquinamento per l'ambiente acquatico. Arriva anche l'introduzione di alcune sanzioni in caso di mancato pagamento del contributo.
Cosa cambia?
La produzione biologica viene definita attività di interesse nazionale con funzione sociale e ambientale. L'Autorità Nazionale in materia è rappresentata dal Ministro delle Politiche Agricole, che avrà il compito di svolgere attività di indirizzo e di coordinamento a livello nazionale, anche in riferimento all'attuazione della normativa europea. Al Tavolo Tecnico per la Produzione Biologica, al quale viene affidato il compito di delineare indirizzi e definire le priorità per il Piano d'Azione Nazionale per l'Agricoltura Biologica; esprimere pareri sui provvedimenti di carattere nazionale ed europeo; proporre attività di promozione; nonché individuare strategie per favorire l'ingresso e la conversione delle aziende convenzionali al biologico.
Tra gli interventi del Piano d'Azione Nazionale per la Produzione Biologica e i Prodotti Biologici è prevista l'agevolazione della conversione al biologico, con particolare riferimento alle piccole imprese agricole; sostenere la costituzione di forme associative e contrattuali per rafforzare la filiera del biologico; incentivare il biologico attraverso iniziative di informazione ed educazione al consumo; monitorare l'andamento del settore; favorire l'insediamento di nuove aziende biologiche nelle aree rurali montane; migliorare il sistema di controllo e di certificazione; prevedere il consumo di prodotti biologici nelle mense pubbliche e in quelle private in regime di convenzione; incentivare la ricerca. In relazione a quest'ultimo punto viene prevista la promozione di specifici percorsi formativi nelle università pubbliche, la destinazione di quota parte delle risorse dell'attività del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) alla ricerca in campo biologico, la previsione di specifiche azioni di ricerca nel Piano Triennale del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura (Crea) nonché la destinazione del 30% delle risorse del Fondo per lo Sviluppo dell'Agricoltura Biologica alla ricerca nel settore.
C'è poi tutta la parte dedicata alla promozione della formazione professionale nel settore, e si apre alla creazione di distretti biologici, nei quali sia significativa la produzione con metodo biologico (tra le possibilità la creazione di forme di certificazione di gruppo, organizzazioni interprofessionali, organizzazioni di produttori biologici).
La Legge era attesa da oltre dieci anni
"Una Legge richiesta da associazioni e cittadini - osserva la deputata di FacciamoEco Rossella Muroni - attesa da 70mila aziende di un settore in cui siamo leader in Europa e che ha ampie opportunità di crescita. Una buona notizia per il futuro della nostra agricoltura buona, sana e sostenibile".
Un'approvazione rapida che mette un punto, e che dopo lo slittamento (causa modifica sulla questione del biodinamico) era stata richiesta anche dalle principali associazioni: Coldiretti, Cia, Confagricoltura. Mentre Federbio, Assobio e Associazione Biodinamica avevano definito "un peccato" lo stralcio, anche se la pratica sarebbe comunque continuata a essere sostenuta.
Gli acquisiti di prodotti bio made in Italy nel 2021 hanno sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro di valore, tra consumi interni ed export. Il 64% degli italiani mette prodotti bio nel carrello.
La superficie biologica in Italia ha raggiunto 2.095.380 ettari complessivi e l'incidenza della Superficie Agricola Utilizzata (Sau) biologica è passata dall'8,7% nel 2010 al 16,6% nel 2020. L'export in un anno è aumentato dell'11%, raggiungendo quota 2,9 miliardi di euro, con una crescita negli ultimi dieci anni del 156%, che permettono al nostro Paese di piazzarsi al secondo posto dopo gli Stati Uniti.
Nell'ultimo decennio le vendite bio totali sono più che raddoppiate (+122%) secondo dati Biobank. Il successo nel carrello sostiene l'aumento della produzione nazionale su 2 milioni di ettari di terreno coltivati, fornendo una spinta al raggiungimento degli obiettivi della Strategia Farm to Fork del Green Deal dell'Unione Europea che punta ad avere almeno un campo su quattro (25%) dedicato al bio in Italia.