Nella prima parte di questo articolo abbiamo accennato al fatto che, nonostante i numerosi studi sugli effetti rigeneranti delle foreste urbane, queste non sono sempre completamente fruibili per la maggior parte degli abitanti delle città.
 
Cosa c'è, quindi, che non va negli spazi verdi esistenti? Molti spazi verdi, in particolare nelle aree residenziali, sono privi di originalità, monotoni e privi di elementi di base per evocare riferimenti alla natura e non incoraggiano a camminare o godersi gli elementi naturali per un certo periodo di tempo. I percorsi senza ombra o protezione non invogliano a fare lunghe camminate per ottenere maggiori benefici e la mancanza di diversità paesaggistica rende gli spazi verdi non sufficientemente piacevoli per attirare l'interesse e non offre incentivi per visitarli, soprattutto in considerazione del modo in cui gli spazi verdi possono essere separati dall'ambiente circostante.

Il ruolo del design urbano nel modellare le nostre città deve essere quindi sempre meno legato alla mera progettazione di spazi fisici e più, invece, all'estrazione di principi che possono essere applicati agli spazi urbani in modi specificamente adattati al contesto, al sito, alla regione e al clima. Ciò significa che la progettazione urbana può avere un impatto reale sul benessere mentale, ma dobbiamo cercare anche fuori dai nostri limiti i dati per renderli efficaci.

Non secondari sono poi gli effetti del verde sul livello di criminalità, anche se su questo fattore esistono opinioni discordanti. Molti lavori, comunque, correlano la presenza di un verde ben pianificato, progettato e curato a un miglioramento delle problematiche sociali e a una riduzione, anche significativa, della criminalità. Le ricerche sono basate soprattutto sulla combinazione della moderna tecnologia di mappatura con statistiche spaziali ed economiche per confrontare i livelli di criminalità tra quartieri urbani simili nella stessa città. Ora che siamo nell'era dei big data, stiamo assistendo a un'accelerazione della ricerca legata al crimine in un'ampia varietà di discipline e campi e confrontare i dati sulla disponibilità di verde con il livello di criminalità può fornire ottimi suggerimenti su come e dove intervenire con le nuove progettazioni.

La teoria alla base del rapporto fra incremento del verde urbano e la riduzione dei livelli di criminalità è che quando i quartieri poco serviti sono resi più piacevoli, il risultato può tradursi in un più forte senso di comunità che, sua volta, rende questi quartieri meno "attrattivi" per le attività criminali.

Ma la parola incremento non deve solo significare più verde visto come una semplice addizione di aree, spesso marginali, incolte e aree abbandonate, elevandole al ruolo di paesaggio urbano fruibile e funzionale, ma anche e soprattutto rendere le città luoghi migliori in cui vivere e ciò non può prescindere dal coinvolgimento diretto della comunità.

Le soluzioni ecologiche non sono, tuttavia, semplici. I vantaggi offerti dagli spazi verdi sono, infatti, influenzati anche dal contesto locale: clima, disuguaglianza e disagio sociale, cultura, età e sesso dei residenti, eccetera. Queste complesse interazioni evidenziano la necessità per accademici e professionisti di lavorare in collaborazione tra discipline e settori. Questi dovrebbero includere pianificazione urbana, sanità pubblica, ecologia urbana, selvicoltura urbana, ingegneria, sviluppo della comunità in termini sociali ed economici. La conoscenza deve essere quindi condivisa e tradotta in azioni.
 
Le nostre città verdi del futuro devono essere progettate per favorire equamente i residenti umani (e non umani). Dobbiamo perciò andare oltre la dipendenza da spazi verdi realizzati secondo i principi del XX secolo (e usando specie vegetali "del XX secolo"). Le città hanno bisogno di spazi verdi progettati in modo creativo, accessibili e gestiti e mantenuti con risorse adeguate a garantire qualità e disponibilità a lungo termine. E ciò implica anche porre attenzione alla scelta di specie in grado di massimizzare i benefici apportati all'ambiente urbano in termini di riduzione degli inquinanti, di stoccaggio della CO2, della mitigazione dell'isola di calore urbano, eccetera.
Francesco Ferrini
Dagri - Università di Firenze
Associazione Pubblici Giardini

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