Poi leggiamo che anche i pezzi grossi della ricerca mondiale, in genere lenti ma sicuri, si stanno esprimendo. Dall'Imperial College al Mit, l'opinione è univoca: nulla sarà come prima.
Lo avevano però già detto dopo le torri gemelle del World trade center e dopo le diverse crisi finanziarie degli ultimi anni.
Di fatto la forza del capitalismo è rendere i problemi delle opportunità: le guerre finiscono, poi è il turno dei ricostruttori. Noi però non crediamo che i coboldi delle borse mondiali se la caveranno a buon mercato come le ultime volte. Se qualcuno sta pensando che poi alla fine tutto finirà con il trionfo del 5G, una bella stretta alle libertà individuali (come già accade in Cina) e tanta disuguaglianza in più, forse si sbaglia (forse). E per andare a vedere quanto si sbaglia, forse, bisogna andare a ravanare proprio fra i "biggest trends" di borsa.
Molti fra i più grossi fondi di investimento mondiali oggi sono attratti soprattutto dalle aziende così dette Esg (Environmental, social and governance). Aziende che puntano sulla propria responsabilità sociale e ambientale con una strategia di lungo periodo. I grandi investitori hanno bisogno di pensare nel lungo periodo, questo da loro sicurezza.
Scusate se l'ho preso larga (come al solito). Adesso arrivo a noi agricoli.
Le aziende con rating Esg stanno diventando i pezzi più ambiti nella finanza mondale e lo saranno sempre di più specie dopo la pandemia. Una situazione che dimostrerà anche agli elementi più beceri e retrivi (pensate all'uomo col gatto morto in testa…) che il Green deal, la svolta verde, è l'unica praticabile in questo momento della storia umana. Nel Green deal agricoltura, cibo, ambiente e paesaggio sono parte fondamentale del futuro.
La faccio breve: vedo, prevedo e stravedo. Vedrete che a breve le strade del Bel Paese pulluleranno di investitori, dagli aspetti anche fra i più esotici, pronti a comprare terreni, paesaggi, aziende.
Volete un consiglio? Il futuro è meglio tenerselo a casa.