Mentre in Italia si attende entro stasera disegno di legge del Governo che definisca un piano per salvare l’olivicoltura della Puglia – regione nella quale si produce la materia prima da cui origina il 50% dell’olio di oliva nazionale – e dove nelle ultime tre campagne solo per la Xylella fastidiosa sono andati in fumo, secondo uno studio di Italia olivicola - 390 milioni di euro per mancata produzione di olio da pressione, tra Europa ed Africa sono in atto le grandi manovre per la riconferma dei vertici del Consiglio oleicolo internazionale, in scadenza nel 2019.
 

Il possibile accordo tra Spagna e Tunisia

Tunisia e Spagna si sarebbero alleate per confermare il tunisino Abdellatif Ghedira quale direttore generale dell’organismo intergovernativo e l’iberico Jaime Lillo nella casella di direttore aggiunto. Il condizionale è d’obbligo, perché sembrerebbe che la Tunisia guardi ancora all’Italia positivamente e potrebbe forse favorire un accordo di compromesso all’ultimo minuto per rispettare il patto politico europeo, secondo il quale un italiano dovrebbe assurgere alla guida del Coi, una volta scaduto il mandato di Ghedira.
Intanto, la riconferma del direttore di Tunisi è stata già caldeggiata da Madrid a Bruxelles, dove ha trovato però la strada sbarrata dal ministero degli Affari esteri italiano, che ha ricordato agli spagnoli il contenuto dell’accordo politico. Il Coi negli ultimi tempi è stato teatro di scontro sugli standard qualitativi e produttivi per gli oli di oliva, e solo di recente è stato sventato il tentativo di togliere l’utilizzo del panel test nella valutazione degli oli.
 

La reazione di Italia olivicola

Tutte ipotesi, ma tanto è bastato a sollecitare la secca reazione di Italia Olivicola, la più importante associazione tra organizzazioni di produttori olivicoli. “Mantenere forte la posizione dell’Italia, cui in base agli accordi pregressi spetta la guida del Coi, per far valere le ragioni del nostro paese nell’interesse esclusivo di una visione dell’olivicoltura legata alla qualità del prodotto, alla salute dei consumatori e al valore aggiunto per i produttori”.
E’ quanto chiesto ieri mattina dal presidente di Italia olivicola, Gennaro Sicolo, in due distinte missive inviate al ministro per le Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, e per conoscenza alla sottosegretaria Alessandra Pesce, ed al ministro degli Affari esteri, Enzo Moavero Milanesi.

Da indiscrezioni insistenti, riportate anche da accreditati organi di stampa, sembra consolidarsi un asse tra Spagna e Tunisia, che fanno della quantità e non della qualità il proprio modello produttivo, per una proroga dell’attuale assetto che vede come direttore esecutivo del Coi, Abdellatif Ghedira, rappresentante dei produttori del paese nordafricano, e come direttore aggiunto lo spagnolo Jaime Lillo – ha scritto Sicolo nella sua lettera ai ministri -. In base agli accordi pregressi, però, l’Italia dovrà esprimere i nuovi vertici di questo importante organismo”.

“Alla luce delle sfide che ci attendono, e dei problemi che attanagliano il nostro settore, colpito da una fitopatia gravissima come la Xylella, e da eventi calamitosi che hanno drasticamente ridotto la produzione, sarebbe importantissimo per il nostro paese riuscire a guidare i processi futuri – ha scritto nella missiva il presidente Sicolo - La posizione unitaria dell’Italia, in tutte le sue componenti, ha evitato che possibili provvedimenti gravemente dannosi per la qualità del nostro olio extravergine d’oliva, come l’abolizione del panel test, potessero essere assunti in questi anni a scapito dei produttori e dei consumatori”.

Sicolo ha infine chiesto al ministro Centinaio e alla sottosegretaria Pesce di promuovere un incontro con la filiera italiana al completo per poter addivenire ad una posizione unitaria sulla questione.