Nel malaugurato caso di una Hard Brexit, dal 30 marzo il Regno Unito diventerà infatti un "paese terzo" per l'Unione europea. In pratica, ciò significherà che imprese e società britanniche perderanno l'accesso al mercato dell'Ue per le esportazioni della maggior parte dei prodotti agricoli, a causa dell'introduzione di tariffe di importazione ai confini dell'Unione europea, con la minaccia sempre più concreta di un rialzo dei prezzi dei generi alimentari.
A delineare il futuro prossimo della Gran Bretagna sono gli analisti di Rabobank International, fornitore di servizi finanziari olandese, che in un dettagliato rapporto presentato la scorsa settimana hanno cercato di prevedere cosa potrebbe accadere fra pochi mesi all'agricoltura britannica ed europea.
"È molto probabile che il Regno Unito non introduca tariffe di importazione sia dall'Ue che da altri paesi - si legge nel rapporto -. Tuttavia, è prevedibile un rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari a causa dell'aumento dei costi di attraversamento del confine con l'Ue".
Secondo Rabobank, le possibilità che altri paesi si sostituiscano all'Ue sul fronte delle importazioni sono poche, almeno nel breve periodo. Gli standard di qualità del Regno Unito non sono facili da soddisfare per la maggior parte dei fornitori al di fuori dell'Ue. Carne bovina trattata con ormoni, polli clorurati, cereali Ogm e semi oleosi di varietà che non hanno ancora ricevuto l'approvazione Ue sono e resteranno vietati sia nella Comunità dei 27 Stati membri sia nel Regno Unito. Inoltre, è probabile che gli standard richiesti alle imprese, come quelli sul benessere dei suini, creino ostacoli alle importazioni da fornitori che non siano conformi alle regole del Regno Unito.
Le aziende alimentari dovranno certamente riorganizzare le loro catene di approvvigionamento per adeguarsi alle nuove realtà del post-Brexit.
In assenza di un accordo commerciale, le tariffe dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) si applicheranno a tutte le importazioni dell'Ue provenienti dal Regno Unito, così come si applicano oggi alle importazioni dai paesi terzi. Ciò porterà i fornitori britannici a perdere l'accesso al mercato dell'Ue, secondo il rapporto, ma una parte del danno sarà compensata da un ulteriore indebolimento della sterlina, che migliorerà la loro posizione competitiva.
Quando si parla del potenziale deprezzamento della sterlina, Rabobank afferma che nel caso di una Hard Brexit si aspetta che questa scivoli verso la parità con l'euro. Ciò significherebbe un deprezzamento della valuta di Sua Maestà la Regina di circa il 10-15% rispetto all'euro. È plausibile, secondo gli analisti di Rabobank, che i prezzi interni di molti prodotti agricoli aumentino appunto di una medesima percentuale, poiché il Regno Unito è un importatore netto di materie prime agricole.
Questo, di conseguenza, farà alzare anche i prezzi dei prodotti di produzione nazionale. Gli agricoltori del Regno Unito trarranno beneficio da tale aumento, mentre a subirne un danno saranno i consumatori, che vedranno improvvisamente crescere i prezzi dei prodotti alimentari.
"L'inflazione dei prezzi alimentari dovuta all'indebolimento della sterlina, in combinazione con una crescita economica più lenta, potrebbe portare ad una contrazione dei consumi. In altre parole, i consumatori passeranno a prodotti più economici", si legge nel rapporto. "Allo stesso tempo, a causa del deprezzamento della sterlina del 10-15%, aumenteranno anche i prezzi di molti fattori produttivi di origine non nazionale, come ad esempio macchinari agricoli, energia, fertilizzanti e prodotti chimici per la protezione delle colture. Ciò contribuirà a far lievitare i costi a livello di azienda agricola, che verranno in parte recuperati attraverso prezzi più elevati dei prodotti".
Ma quali saranno le conseguenze dirette sul comparto agricolo? Parte dell'industria del Regno Unito nel settore dello zucchero potrebbe beneficiare di una Hard Brexit, se i limiti dell'Ue sulle importazioni di zucchero greggio non saranno più applicabili, afferma il rapporto di Rabobank. Tuttavia, i coltivatori britannici di barbabietola da zucchero saranno necessariamente costretti a fronteggiare la forte concorrenza di importazioni più economiche di zucchero grezzo. Sementi, bestiame e varietà vegetali certificate nel Regno Unito non saranno riconosciuti nell'Ue: le imprese britanniche dovrebbero ottenere nuove autorizzazioni per continuare a operare nel blocco.
Per i prodotti ittici potrebbero registrarsi gravi danni sia per le industrie del Regno Unito che dell'Ue, a meno che non si riesca a trovare un accordo per l'accesso reciproco alle acque e ai mercati di pesca. Per quanto riguarda il grano, un volume significativo di cereali attualmente trasformati in etanolo potrebbe rendersi disponibile sul mercato britannico, a seconda della posizione che prenderà sul tema il Regno Unito; ciò potrebbe portare a un'offerta aggiuntiva di cereali e a prezzi più bassi, a beneficio di altre industrie come quelle di mangimi per animali.
Anche gli oneri amministrativi del commercio aumenteranno, secondo il rapporto della banca olandese. I controlli doganali non solo porteranno a maggiori costi di attraversamento delle frontiere, ma aumenterà anche il tempo trascorso alla frontiera, il che risulterebbe oltremodo dannoso per la qualità e il valore dei prodotti freschi. Vi sono anche preoccupazioni sul fatto che i controlli sulla sicurezza alimentare alle frontiere possano condurre molto rapidamente a interruzioni e ritardi nei porti di ingresso nel Regno Unito, poiché i carichi dovranno essere visionati uno a uno. Anche un controllo di pochi minuti potrebbe causare rapidamente una congestione.
Una questione molto delicata sarà, infine, il passaggio di confine tra la Repubblica d'Irlanda e l'Irlanda del Nord. Con una no-deal Brexit potrebbe diventare troppo costoso acquistare latte, animali vivi, orzo e alcolici oltre il confine. Secondo Rabobank, le società operative sui due versanti potrebbero essere costrette addirittura a separare le loro operazioni.