Oggi la produzione mondiale di zucchero è in aumento e i prezzi sono costantemente messi sotto pressione. L'indice di prezzo della Fao in febbraio è passato a 193, con un ribasso di ben 7 punti (-3,4%) rispetto al mese di gennaio. Sul mercato mondiale le quotazioni dello zucchero sono da anni ballerine.
I prezzi toccarono il massimo storico nei primi mesi del 2011 con 800 dollari alla tonnellata; nel gennaio del 2016 scesero a meno della metà aumentando nuovamente a 600 dollari/tonnellata a luglio dello stesso anno per poi capitombolare nel 2017. A luglio dell'anno scorso per lo zucchero si pagavano 347 dollari/tonnellata.
Il netto abbassamento dei prezzi dell'anno scorso fu causato dall'inaspettata fortissima produzione pakistana e dall'indebolimento del real brasiliano contro il dollaro statunitense, il commercio mondiale di zucchero avviene in dollari e un basso valore del real rende la produzione più proficua per i grandi latifondisti brasiliani, che spingono così sull'acceleratore.
Le previsioni di mercato non sono rosee neanche per il futuro: la produzione della Ue è in netta crescita sia per le buone rese come per l'aumento degli investimenti. Nel mondo anche i grandi produttori come la Thailandia e l'India continuano ad espandere gli investimenti e la produzione.
Bisogna ricordare che oltre il consumo alimentare (che rimane comunque in aumento in tanti paesi in via di sviluppo) il mercato dello zucchero è influenzato dalla produzione di etanolo – i cui prezzi sono influenzati anche dalle imposte che vengono poste sui carburanti.
Il Brasile, l'anno scorso, pose un dazio sull'etanolo statunitense (prodotto da mais); i prezzi dell'etanolo locale quindi aumentarono e si arrivò alla parità con lo zucchero.
L'ethanol parity è il livello di prezzo in cui produrre zucchero è meno vantaggioso che produrre etanolo. Molti analisti prevedono per il futuro che il prezzo mondiale dello zucchero rimarrà al di sotto dell'ethanol parity.