Il Gruppo Cevico chiude il bilancio 2014-2015 con un fatturato consolidato di 131,251 milioni di euro, mettendo a segno una crescita del 3% rispetto alla gestione precedente, con un rafforzamento del patrimonio netto a 68,081 milioni di euro (+2,1), e un utile di 826mila euro. Il trend positivo di ormai cinque anni ha visto salire il fatturato del gruppo cooperativo lughese di 38,5 milioni di euro, dal 2010 a oggi.

Cresce il fatturato dell’export, che supera i 31 milioni di euro, con una crescita in 5 anni di oltre 10 milioni di euro. L’incremento maggiore, in questo segmento, è relativo al vino imbottigliato (+50%), mentre è sceso del 6% l’export di vino sfuso, in linea con la tendenza nazionale. A livello di brand e marketing all’estero, a Xiamen, in Cina, è stato inaugurato il quinto wine bar a marchio “Tot i de” che affianca i due del Giappone (Tokyo e Hiroshima) e i dei punti vendita nella capitale della Corea del Sud Seul.

Il 2015 è stato un anno importante anche per il nuovo lancio di prodotti, in grado di affrontare sempre meglio mercati sempre più competitivi. Dopo le novità 2014 relative alla linea Vigneti Galassi, nel 2015 la linea Cantine Ronco, presentata dall’AD Due Tigli Paolo Galassi, ha visto il lancio degli spumanti Romance e del Sancrispino. Il Gruppo Cevico conta su oltre 5mila viticoltori, con oltre 7mila ettari di vigneto e 1,3 milioni di quintali di uva lavorata. 18 cantine di vinificazione, su cui si basano le associate “Le Romagnole” e la “Cantina dei Colli Romagnoli”, per un totale di 24 marchi gestiti, di cui uno dedicato alla produzione biologica, e 630mila ettolitri di vino.

L’impegno nel sostegno ai prezzi nell’imbottigliato ha permesso una liquidazione ai soci maggiore del 15-20% rispetto al mercato – ha sottolineato la presidente di Cevico Ruenza Santandrea durante l’assemblea generale dei soci – C’è tanto futuro nella nostra identità più classica, e Cevico è pronta a narrare un territorio che in prospettiva può andare molto oltre a questi numeri positivi. La comunità di questi 5mila viticoltori ha un radicamento sul territorio e un patrimonio di identità che ne fa la protagonista di una storia di cui la Romagna deve ancora raccontare nella sua integrità”.

Serve uno scatto di volontà unitario delle cooperative e dei viticoltori per un obiettivo unificante di crescita del valore delle Doc e Igt Romagnole – ha poi rilanciato la Santandrea -  questo passaggio deve andare oltre le divisioni in microzone. Queste ultime sono sì un valore nella biodiversità, ma non devono impedire una politica unitaria della gestione dell’immagine di una Romagna vinicola, che ha tutti i requisiti per proporsi al mondo per ottima qualità e prezzo corretto”.

Cevico è un esempio virtuoso – ha poi spiegato Mauro Lusetti, presidente nazionale di Legacoop – sia per i positivi dati di bilancio sia perché ha una visione del futuro e guarda al mercato con progetti nuovi. Tutto questo mettendo al centro il fattore umano, che è il vero valore aggiunto della cooperazione”.