Ha fatto molto discutere in questi giorni la decisione della Commissione europea di imporre all'Italia l'utilizzo anche del latte in polvere nella produzione di formaggi, cosa vietata nella Penisola già dal 1974. Un'imposizione che sembra mandare in polvere non solo il latte, ma anche la qualità. E' con toni critici che si sono espressi su questo argomento molti dei quotidiani usciti in questi giorni, a iniziare dal “Corriere della Sera” del 28 giugno o “La Stampa”, per citarne alcuni. E si continua il giorno seguente su “Repubblica” che si preoccupa della omologazione del gusto dei formaggi, destinati ad assomigliarsi l'uno all'altro. Un problema, questo del latte in polvere nella produzione di formaggi, che può riguardare anche i pecorini, come ricorda “Unione Sarda” del 29 giugno. Ancora toni critici il 30 giugno sulle pagine di “Libero” e il primo luglio “Italia Oggi” riporta alcune dichiarazioni del Commissario europeo all'Agricoltura Phil Hogan, secondo il quale questa decisione sarebbe la conseguenza di una denuncia venuta dall'Italia. C'è poi la tesi suggerita da “Libero”, che riprendendo alcune dichiarazioni del presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, alimenta l'ipotesi che dietro al diktat europeo si celino gli interessi delle industrie del latte. Mentre si cerca il “colpevole”, dal “Corriere della Sera” del 2 luglio si apprende che da tempo Assolatte, l'associazione delle industrie del settore, va chiedendo l'abolizione della norma del 1974 che rappresenterebbe un freno alla nostra competitività. Di parere contrario Paolo De Castro, che dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 2 luglio invita a conservare il no al latte in polvere.

Frodi avanti tutta
Se la decisione di vietare la polvere di latte veniva dalla volontà di porre un freno alle frodi in questo settore, ora si rischia di fare un passo indietro proprio nel momento in cui le contraffazioni in campo agroalimentare stanno aumentando, cosa che si apprende dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 29 giugno. Un fenomeno che certo non si ferma a formaggi e latticini, ma colpisce ogni segmento produttivo. Ultimo in ordine di tempo quello dei prosciutti importati e fatti passare per italiani, frode della quale si parla sul “Quotidiano del Sud” del 29 giugno. La lotta alle frodi resta in ogni caso un elemento chiave per il traguardo dei 50 miliardi di euro che l'export agroalimentare potrebbe conseguire anche grazie alla promozione che giunge da Expo, come anticipa “Repubblica” del 29 giugno.

Le “ricette” per crescere
Un ostacolo a nuovi record nell'export viene però dall'embargo russo, che a detta di “Avvenire” del 28 giugno, ha per l'Italia un “costo” di 20 milioni al mese. Ma nonostante ciò il settore agroalimentare continua a viaggiare nell'export con il segno più davanti e i risultati migliori, scrive la “Gazzetta del Mezzogiorno”, vengono dalle vendite di vino. Di crescita del settore agroalimentare si è poi parlato ad un recente Forum organizzato da “Il Sole 24 Ore” al quale è intervenuto il ministro per le politiche agricole Maurizio Martina, che ha suggerito come export e finanza possano essere le leve sulle quali agire per un modello di sviluppo che dia maggiori tutele agli agricoltori. Fra i molti argomenti discussi in questo stesso Forum, anche l'esigenza, evidenziata da “Il Sole 24 Ore” del primo luglio, di dare al cibo italiano un segno distintivo che lo faccia riconoscere sui mercati internazionali, puntando su pochi mercati e offrendo servizi alla clientela. Mentre si progetta il futuro, dal comparto del riso arrivano già segnali di ripresa, confermati dall'aumento degli ettari destinati a questo cereale, come riporta “Il Giorno” del 29 giugno. Situazione contraria per lo zucchero, che dal 2017 vedrà sparire le quote di produzione e il cui mercato è già in crisi, scrive “Il Resto del Carlino” del 27 giugno

Soldi in vista
Per le cooperative emiliano romagnole si affacciano alcune preoccupazioni per l'istruttoria dell'Antitrust che, stando alle anticipazioni di “Libero” del 26 giugno, evidenzia la possibilità di un “abuso di forza commerciale”. Intanto per i terreni parzialmente montani c'è la conferma dell'esenzione dal pagamento dell'Imu, purché entro il 30 giugno sia stata fatta la necessaria dichiarazione, come illustrato da “Il Sole 24 Ore”. Da “Italia Oggi” del 2 luglio arriva la conferma che la perdita del requisito di ruralità dei fabbricati non ha efficacia retroattiva. Ci sono poi 800 milioni di euro in aiuti agli agricoltori per i contratti di filiera, i cui dettagli sono riportati da “Italia Oggi” del 30 giugno. Altri investimenti per l'alimentare italiano arrivano infine dall'accordo fra il Fondo strategico italiano e l'Isa, l'istituto per gli investimenti in agricoltura che fa capo al ministero per le Politiche agricole. Se ne parla su “Il Sole 24 Ore” del 30 giugno.

Questo articolo fa parte delle collezioni: