La produzione made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è quasi dimezzata (-50 per cento) e si moltiplicano i furti nelle campagne dove ad essere sottratti sono addirittura gli alveari.

L'allarme viene da Coldiretti: a tagliare il raccolto è stato il clima ma anche l’arrivo in Italia dell’insetto killer delle api, Aethina tumida, che mangia il miele, il polline e soprattutto la covata, annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l'alveare. Un danno non indifferente, se si considera che l'apicoltura italiana conta 75mila apicoltori, con 1,1 milioni di alveari e un giro d'affari stimato di 70 milioni di euro. Per non parlare del servizio di impollinazione reso all'agricoltura, valutato da 3,5 a 3 miliardi di euro.

Il furto degli alveari, oltre a provocare un grave danno economico, rischia di alimentare attività illegali. Anche per combattere questi fenomeni il 19 gennaio è diventata operativa l'anagrafe delle api. Una necessità per garantire trasparenza in una situazione in cui al crollo dei raccolti nazionali ha fatto seguito l’aumento del 17 per cento delle importazioni dall’estero di miele naturale, sulla base dei dati istat relativi ai primi 9 mesi del 2014.

"Il risultato - denuncia la Coldiretti – è che in Italia due barattoli di miele su tre venduti nei negozi e supermercati contengono in realtà miele straniero".
A preoccupare è peraltro il fatto che più di un terzo del miele importato proviene dall’Ungheria e quasi il 15 per cento dalla Cina, ma anche da Romania, Argentina e Spagna dove sono permesse coltivazioni Ogm che possono contaminare il polline senza alcuna indicazione in etichetta. "Il miele prodotto sul territorio nazionale - ricorda Coldiretti - dove non sono ammesse coltivazioni Ogm è tuttavia riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria".