Si va dalla fine del Cinquecento fino alla Pop Art, di cui Andy Warhol fu il fondatore, per arrivare fino a Guttuso e a David LaChapelle. L’esposizione è curata da Davide Dotti, che sottolinea i risvolti di una cultura “glocal” del cibo. “Si compie un viaggio nell’arte, nel cibo e nei luoghi – afferma -; gli artisti erano molto sensibili alle tradizioni delle loro terre d’origine; così ad esempio, nei quadri dei napoletani ricorrono il casatiello e le sfogliatelle, nei quadri dei toscani e degli emiliani i salumi, nei quadri dei lombardi la cacciagione”.
Il viaggio nell’iconografia è stimolante, proprio perché mette in luce il forte legame fra il cibo e la geografia. Quello che viene ritratto è ciò che si mangia o che si vorrebbe mangiare, perché fra guerre, carestie e povertà, gli ultimi quattro secoli che si ritrovano “appesi” a Palazzo Martinengo sono anche la storia di ciò che si sogna di mangiare. Cibi e piatti dipinti celebrano i territori, da Nord a Sud, da Oriente a Occidente. E si scoprono, in un percorso che si articola lungo 10 sezioni tematiche (L’allegoria dei cinque sensi, Mercati dispense e cucine, La frutta, La verdura, Pesci e crostacei, Selvaggina da pelo e da penna, Carne salumi e formaggi, Dolci vino e liquori, Tavole imbandite, Il cibo nell’arte del XX secolo) prodotti anche scomparsi, superati nei gusti, nelle diete, nelle ricette o semplicemente soppiantati da altre varietà messe in campo grazie alla ricerca scientifica.
La “Piramide alimentare”, installazione creata apposta per la mostra dall’artista genovese Paola Nizzoli, concluderà il percorso espositivo.
Tra i capolavori che si potranno ammirare in mostra meritano una menzione “I mangiatori di ricotta” di Vincenzo Campi e, sempre dello stesso autore, il “Mangiatore di fagioli con la famiglia”. E poi il “Piatto di pesche” di Ambrogio Figino (considerata da molti come la prima natura morta della storia dell’arte italiana, dipinta circa un lustro prima della Canestra di Caravaggio, anche se potrebbe essere coeva alla Canestra di frutta di Fede Galizia).
Dell’iperrealista Luigi Benedicenti, che milanese non è, sarà esposta l’opera “Due fette di panettone”, piatto simbolo del capoluogo lombardo e della tradizione natalizia. Mentre del lombardo Giacomo Ceruti, meglio conosciuto come Il Pitocchetto, i visitatori potranno ammirare “Gli spillatori di vino” e “Tavolo con pesche, formaggio e pani”.
Del pittore divisionista Emilio Longoni si troverà l’opera “Tavolo con angurie”, mentre di Andy Warhol si potranno ammirare alcuni quadri arcinoti: “L’ultima cena”, reinterpretazione del cenacolo leonardesco, ma anche “Campbell’s soup hot dog bean” o la serigrafia “Velvet underground”.
Mostra “Il cibo nell’arte”
Costo del biglietto: € 10 intero, € 8 ridotto, scuole € 5.
Informazioni: info@amicimartinengo.it - tel. +39 030 5785122.
www.mostraciboarte.it