Ieri 6 novembre, la Commissione europea ha presentato una proposta legislativa che consentirà all’Unione europea di ratificare ufficialmente il secondo periodo di impegno (2013-2020) del protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici.
Nel secondo periodo l’Ue, gli Stati membri e l’Islanda si sono impegnati a ridurre del 20% le emissioni complessive di gas a effetto serra rispetto al livello del 1990 o degli altri anni di riferimento scelti. L’impegno a diminuire le emissioni è in linea con gli obiettivi del pacchetto legislativo sul clima e l’energia del 2009 e va di pari passo con le misure di riduzione decise a livello di Ue e di Stati membri.

Connie Hedegaard, Commissaria responsabile per il portafoglio Azione per il clima, ha dichiarato: “La ratifica della seconda fase del protocollo di Kyoto sottolinea l’impegno dell’Ue a favore di un approccio di tipo prescrittivo e giuridicamente vincolante per l’azione internazionale in materia di cambiamenti climatici. La nostra determinazione nel rispettare gli impegni assunti si rispecchia nel fatto che in pratica l’Ue si è attenuta fin dall’inizio, ovvero da gennaio di quest’anno, agli obiettivi e alle norme del secondo periodo di impegno del protocollo di Kyoto. Con la ratifica ufficiale della seconda fase, l’Europa contribuirà a rendere effettivi quanto prima a livello internazionale gli impegni assunti. Sono convinta che il Parlamento europeo, il Consiglio, gli Stati membri e l’Islanda completeranno al più presto le rispettive procedure di ratifica”.

La proposta odierna della Commissione si articola in due proposte legislative: una decisione del Consiglio europeo sulla ratifica dell’emendamento di Doha al protocollo di Kyoto che dà il via al secondo periodo di impegno e un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli aspetti tecnici legati all’attuazione del secondo periodo.

Decisione sulla ratifica
La decisione autorizza l’Ue a ratificare l’emendamento di Doha nella sua veste di firmatario del protocollo di Kyoto. Il testo legislativo stabilisce inoltre le condizioni cui dovranno attenersi gli Stati membri e l’Islanda per centrare l’obiettivo comune di una riduzione del 20% delle emissioni.

La decisione sulla ratifica non modifica né gli eventuali obiettivi nazionali delineati nel pacchetto sul clima e l’energia, né il tetto relativo alle emissioni nel quadro del sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (ETS dell’UE), con una riduzione del 21% di emissioni rispetto ai livelli del 2005 entro il 2020.