Questa mattina la XIII Commissione Agricoltura della Camera ha approvato all’unanimità una risoluzione che chiede al Governo di inserire alcuni contenuti nell’Accordo di partenariato sull’applicazione della Pac, la cui bozza sarà inviata alla Commissione Europea entro il 30 settembre.

"L’accordo di partenariato – spiega il presidente della Commissione, Luca Saniindividua criteri e azioni con i quali l’Italia s’impegna con Bruxelles a dare attuazione alla Pac attraverso i piani di sviluppo rurale. È un documento strategico fondamentale per determinare gli indirizzi di destinazione dei 10,5 miliardi di euro (a prezzi correnti) destinati all’Italia dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr), cui si aggiungerà il cofinanziamento nazionale fino a un ammontare di 21 miliardi complessivi".

Sono una ventina le azioni specifiche richieste dalla commissione Agricoltura al Governo.
"Per la Commissione – aggiunge Sani – si tratta dell’approvazione del primo atto che riguarda il periodo di programmazione 2014/2020, al quale ne seguiranno molti altri all’interno del percorso stabilito dalla nuova Pac, che è determinante per il futuro della nostra agricoltura. Questo modo di procedere coglie nello spirito il nuovo corso di Bruxelles, che ha attribuito maggiore autonomia a Stati membri e Parlamenti nazionali, quindi alle CommAgri, nell’attuazione degli indirizzi della Pac".

Fra le misure che la Commissione ha chiesto di inserire nell’accordo di partenariato ci sono quelle dirette alle imprese agricole e agroalimentari finalizzate a incrementare la competitività, a favorire il rinnovo della meccanizzazione e sostenere i giovani agricoltori, in particolare attraverso politiche di sostegno per l’accesso al credito, l’individuazione di criteri di valutazione dei progetti d’investimento a valere sui Psr a favore delle imprese agricole e agroalimentari che generano valore aggiunto e occupazione.

"Abbiamo poi chiesto misure su base nazionale per realizzare opere che migliorino la captazione, conservazione e gestione dell’acqua necessaria alle pratiche agricole, il riassetto idrogeologico di fiumi e torrenti a rischio di esondazione, e la costruzione di invasi artificiali all'interno delle aziende agricole o su terreni demaniali da utilizzare in caso d’incendi e per l'irrigazione durante la stagione estiva, al fine di evitare perdite produttive" spiega Sani.

"Nel quadro della programmazione della politica di sviluppo rurale - conclude Sani - prevediamo inoltre una misura nazionale, con una dotazione di almeno l’8% delle risorse dei Psr, finalizzata ad agevolare il ricorso a forme assicurative nei confronti dei rischi derivanti da avversità naturali, fenomeni meteorologici, epizoozie, patologie vegetali, rischi di mercato e forme di prevenzione e indennizzo per fronteggiare i rischi e i problemi connessi alla presenza della fauna selvatica. Infine, abbiamo chiesto di favorire tutte le iniziative volte alla semplificazione amministrativa e all’individuazione di procedure semplici per ridurre gli oneri burocratici per le imprese, in particolare quelli connessi ai processi istruttori e autorizzativi".