Occhi puntati su Bruxelles, dove si discute della riforma Pac e della vicenda nitrati. Iniziamo da quest'ultima con “Avvenire” del 26 gennaio che anticipa lo stop del commissario all'Ambiente sul rinvio deciso dall'Italia nell'applicazione della direttiva Nitrati. La notizia rimbalza nello stesso giorno su numerosi quotidiani che mettono in luce la possibilità che vengano messi a rischio i premi Pac (La Provincia, L'Arena, Libertà). Intanto la preoccupazione degli agricoltori sfocia nella protesta, come si può leggere sul “Corriere di Romagna” del 29 gennaio. Il 25 gennaio, a conclusione del voto dell'Europarlamento sulle proposte di controriforma della Pac, “Il Resto del Carlino” registra la soddisfazione degli agricoltori italiani. Nello stesso giorno la “Gazzetta del Mezzogiorno” evidenzia come la controriforma abbia riallineato i sostegni della Pac alle colture. Di una svolta nella riforma della Pac parla il “Messaggero” del 25 gennaio. Interessante è poi l'articolo a firma del presidente della commissione Agricoltura, Paolo De Castro, pubblicato dal “Mattino”. Si torna a parlare della riforma Pac su “Il Sole 24 Ore” del 26 gennaio che riporta alcuni dettagli delle proposte votate dall'Europarlamento, ma ancora “Il Sole 24 Ore” a distanza di qualche giorno ricorda che resta ancora da decidere il bilancio della Ue, dal quale discendono i sostegni al settore agricolo. Sostegni che il “patron” di Slow Food, Carlo Petrini, vorrebbe legati all'ambiente, come lui stesso scrive sulle colonne di “Repubblica” del 29 gennaio.

 

Più costi e troppa burocrazia

Da Bruxelles a Roma con l'appello che Agrinsieme ha lanciato dalle pagine di “Italia Oggi” del 30 gennaio per chiedere che il Governo che uscirà dalle urne dedichi più attenzione al comparto agroalimentare. Si parla di agroalimentare sulle pagine de “L'Unità” del 25 gennaio per ribadire l'effetto anticrisi del nostro export in questo settore. Ma i campi devono fare i conti con l'aumento dei costi per il lavoro decisi dal Dlgs 146/97, argomento affrontato il 30 gennaio sulle colonne di “Italia Oggi”. Cresce poi il ricorso ai voucher, scrive “Il Sole 24 Ore” del 28 gennaio, utilizzati negli ultimi sei mesi per il 30% in più. Resta sullo sfondo il problema delle aflatossine nel mais, argomento che vede le organizzazioni agricole non allineate sulle iniziative da intraprendere, come si legge su “La Voce di Rovigo” del 28 gennaio. E la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 30 gennaio chiede che sia allentata sull'agricoltura la pressione burocratica, ormai asfissiante. Nel frattempo si apprende da “Il Sole 24 Ore” del 31 gennaio che per le piccole aziende agricole in regime di esonero slitta al 30 aprile 2014 la presentazione dell'elenco clienti-fornitori.

 

Ricerca e innovazione

Notizie positive arrivano dalla ricerca con la proposta di utilizzare la paulownia, vegetale dal rapido accrescimento, per la produzione di cellulosa o di combustibili vegetali. I dettagli si possono leggere sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 30 gennaio. Sul fronte della salvaguardia ambientale merita un cenno l'iniziativa di Bayer CropScience, ricordata sulle pagine di “Italia Oggi” del 30 gennaio, dalla cui ricerca sono scaturiti nuovi agrofarmaci che sposano efficacia con basso impatto ambientale. Innovativo poi il nuovo sistema di pesatura degli animali, che si può realizzare scattando una sorta di fotografia. Si tratta di una tecnologia messa a punto con l'aiuto dell'associazione allevatori e i dettagli sono riportati sulle pagine di “Italia Oggi” del 30 gennaio.

 

Sanzioni milionarie

Ci vorrebbe anche una macchina fotografica capace di cancellare le multe latte, ma non esiste e la Corte dei Conti ha puntato il dito contro le amministrazioni che non sono state capaci di riscuotere quanto dovuto dagli allevatori. Il buco, come lo definisce “Italia Oggi” del 30 gennaio, raggiunge quota 4,4 miliardi, un'enormità. Cifra che scende tuttavia a “soli” 1,7 miliardi, come specifica “Il Sole 24 Ore”, se il riferimento è ai sostegni della Pac che Bruxelles ci trattiene per il mancato rispetto delle quote. Intanto la Corte dei Conti del Piemonte ha presentato un conto milionario ad alcuni “cobas” storici. Come riportato da “Il Sole 24 Ore” del 29 gennaio, i responsabili di alcune cooperative nate per eludere il regime delle quote, e già per questo condannati, sono ora chiamati a risarcire oltre 200 milioni di euro. Ma avranno di che pagare? Chissà.