Difficile farci l'abitudine. Quando si parla di cibo, che sia una fiera, un convegno o altro, i giornali fanno a gara nel darne la notizia. Quando si parla di agricoltura (che pure quel cibo lo produce) gli stessi giornali nemmeno se ne accorgono. Per non parlare dei media televisivi, ancor più selettivi. Ed è successo ancora una volta. Tra il 25 e il 29 ottobre a Torino andava in scena il Salone del Gusto e negli stessi giorni si svolgeva a Cremona la Fiera internazionale del bovino da latte. Il risultato era scontato, i media si sono occupati del primo (Linea Verde di Rai uno in testa, con ampio spazio a Coldiretti e al ministro Mario Catania), ma hanno ignorato, o quasi, il secondo. Così si è saputo tutto, ma proprio tutto, del Salone del Gusto dalle pagine de “La Stampa” e poi da “L'Unità”, da “Il Giornale”, dal “Corriere della Sera”, de “Il Mattino” e molti altri ne abbiamo dimenticati. Per trovare traccia della fiera di Cremona (pur visitata da 80mila persone, un record), bisogna andare su un giornale locale, “La Provincia” o sulle pagine de “Il Sole 24 Ore” o pochi altri che all'evento hanno dedicato un trafiletto, come “La Stampa” del 28 ottobre. Anche il ministro per le Politiche agricole ha seguito l'esempio dei media, recandosi a Torino e “saltando” Cremona. E pensare che in Francia il Salone dell'Agricoltura può sempre contare sulla presenza del presidente francese, che certo non si fa sfuggire l'occasione di dialogare con i produttori agricoli. Due modi, due mondi, diversi di concepire l'agricoltura. La colpa, però, è anche del mondo agricolo, da sempre in difficoltà nel comunicare i suoi valori. Un cambiamento di passo sarebbe necessario.

 

Agricoltura e “manovre”

Ai quotidiani di questi ultimi giorni va peraltro riconosciuto il merito di non essersi fatti sfuggire l'importanza per il mondo agricolo delle novità contenute in alcune manovre del Governo. E' il caso del decreto ministeriale teso a frenare la cementificazione dei campi. Se ne parla su “Repubblica” del 26 ottobre per segnalare gli ostacoli incontrati dall'iter di approvazione. Sul “Corriere della Sera” del 29 ottobre si punta il dito sui vincoli che a questo proposito sono sollevati da alcune regioni. “Italia Oggi” del 31 ottobre pubblica un aggiornamento sullo stato di avanzamento del disegno di legge, specificando le condizioni dettate dalle stesse regioni. Molta attenzione poi all'articolo 62 della legge sulle “liberalizzazioni” che impone tempi certi per il pagamento dei prodotti agricoli e l'obbligo dei contratti scritti. Dettagli si possono leggere sulle colonne de “Il Sole 24 Ore” del 27 ottobre ed è ancora “Il Sole 24 Ore” che il 30 ottobre torna sull'argomento per offrire ulteriori elementi di approfondimento. C'è spazio poi per discutere del' “Pacchetto qualità” di recente approvazione a Bruxelles. Lo fa il ministro Catania rilasciando un'intervista a “Il Giornale” del 26 ottobre.

 

Pac, meno soldi

Continua a destare attenzione la riforma della Pac nei confronti della quale il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, conferma in un'intervista rilasciata al “Mattino” del 30 ottobre che le proposte oggi in discussione possono essere modificate in senso positivo. La necessità di una profonda modifica la si legge su “L'Unità” del 29 ottobre dove le proposte avanzate dal Commissario europeo Dacian Ciolos sono definite come un errore storico. Ancora De Castro, questa volta dalle colonne del “Corriere della Sera” del 26 ottobre, parla dell'agricoltura italiana, soffocata dai troppi balzelli, mentre meriterebbe ben altre attenzioni. Sul tema della riforma Pac interviene “Libero” del 26 ottobre, per commentare la posizione del ministro Catania, troppo “morbido” nel commentare la portata dei tagli che Bruxelles si appresta a fare sull'agricoltura italiana. Ma i tagli della nuova Pac, avverte “Italia Oggi” del 31 ottobre, potrebbero arrivare complessivamente a 8 miliardi di euro.

 

Le Industrie crescono

Intanto le industrie del mondo agroalimentare continuano a macinare successi. Per i vini con le etichette dei marchesi Antinori si brinda dalle pagine di “Avvenire” all'inaugurazione di una nuova sede che fa il paio con altri importanti investimenti. Il gruppo Campari si colloca alla sesta posizione nel mondo nel settore delle bevande con un giro di affari, spiega “Avvenire” del 27 ottobre, che per il 70% si realizza fuori dai confini nazionali. Punta all'estero anche il colosso cooperativo della distribuzione organizzata guidata da Vincenzo Tassinari. In un'intervista raccolta da “Repubblica” il presidente di Coop anticipa la volontà di raggiungere accordi con la cooperazione internazionale per allargare il mercato e promuovere il made in Italy. Disinteresse invece per i mercati africani che a detta di “Italia Oggi” del 27 ottobre, offrirebbero interessanti prospettive che però non vengono raccolte dalle nostre imprese dell'agroalimentare. Dal gruppo veronese Bauli arriva attraverso le pagine di “Corriere della Sera” del 31 ottobre l'invito al settore agroalimentare ad accelerare il passo e a favorire grandi e piccole aggregazioni del made in Italy.