Eppure le buone prassi non solo meritano il loro giusto riconoscimento, ma possono costituire un modello di sviluppo che, invece di partire come al solito dal vertice e perdersi nella fase di attuazione pratica, nascono e sono testate direttamente sul territorio.
In quest’ottica si è inquadrato il concorso nazionale Nuovi fattori di successo che si è concluso pochi giorni orsono nella prestigiosa Sala Cavour del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali con la premiazione di 12 giovani agricoltori italiani selezionati da una giuria composta, oltre che dal ministero e dall’Ismea, anche da altri soggetti che fanno parte della Rete Rurale Nazionale come l’Inea, l’Oiga, l’Onilfa e delle parti sociali che promuovono il ricambio generazionale in agricoltura.
Obiettivo del concorso era l’individuazione di buone pratiche nello sviluppo rurale realizzate da giovani agricoltori che hanno usufruito di finanziamenti nell’ambito delle Politiche europee dedicate e l’iniziativa segue l'elaborazione di una metodologia apposita per l'individuazione delle buone pratiche, da parte del gruppo di lavoro Giovani della Rete Rurale Nazionale.
Per puntare a un pubblico più eterogeneo dei soliti addetti ai lavori, si è scelto di raccontare questo nuovo volto dell’agricoltura italiana attraverso tre docu-film destinati anche al circuito dei festival cinematografici.
Tre giovani registi, selezionati grazie al coinvolgimento delle migliori scuole di cinema italiane, hanno realizzato tre documentari sulle prime tre aziende classificate: ‘Voglio vivere così’, di Giulia Graglia, sull’Azienda agricola ‘Le Conche' di Vincenzo Sposato (Bisignano – Cs); ‘La Fattoria degli animali’ di Paolo Casalis è stato girato nell’azienda agricola Cascina Barosi di Benedetta Rospigliosi (Annicco - Cr) e ‘Fra me e la terra’ di Valentina Giordano racconta la realtà dell’azienda agricola Monte Spada di Matteo Bolognesi (Brisighella - Ra).
Molti sono i fattori di successo delle aziende premiate: dalla tutela della biodiversità attraverso l’allevamento di razze autoctone come il suino nero di Calabria o quello di cinta senese alla valorizzazione di varietà locali come il carciofo moretto di Brisighella o le amarene e more piacentine; dalla razionalizzazione energetica attraverso la sub-irrigazione computerizzata al riutilizzo dei reflui zootecnici per piccoli impianti di biogas; dall’utilizzo di energie rinnovabili alla stampa in proprio di etichette per minimizzare gli sprechi.
È stato dato spazio anche alle innovazioni nella diversificazione come l’agri-artigianato o al marketing, con imballaggi scelti dai bambini per comunicare a loro stessi l’idea di un'agricoltura sostenibile e di un’alimentazione sana. Grande attenzione poi alla produzione biologica e ai prodotti Dop, Doc e Igt, alla multifunzionalità (con agriturismi e fattorie didattiche in primis) e all’export soprattutto grazie ai nuovi canali di vendita online.
Tutti i progetti sono stati realizzati anche grazie al fondamentale contributo dei finanziamenti dei Psr. A completare la diffusione dei casi di successo, la realizzazione di un calendario 2013 con immagini e storie delle dodici aziende premiate.