Appena prima dello stand-by del Parlamento europeo, che chiude i battenti per la pausa estiva, ecco messa a punto una bozza della posizione della Commissione agricoltura (Comagri) sul bilancio pluriennale, fondamentale ai fini della riforma della Politica agricola comune (Pac).

Redatto dal presidente della Comagri, Paolo De Castro, il documento sarà al centro di un dibattito tra gli eurodeputati responsabili di Agricoltura a inizio settembre, e poi votato nella riunione fissata per il 17 e 18 dello stesso mese.

No ai tagli per il bilancio agricolo

Il budget relativo alla Pac dev’essere almeno mantenuto al livello attuale. Se non ci potranno essere aumenti, quindi, non vanno accettati i tagli proposti dalla Commissione europea: secondo la bozza, questo è quanto dovrebbe chiedere il Parlamento europeo, negoziando col Consiglio, che rappresenta gli Stati membri, circa la dotazione finanziaria per i prossimi sette anni (2014-2020).
E c’è un motivo in più per farlo: con l’ingresso della Croazia nell’Ue, a partire da luglio 2013, lo stesso ammontare dovrà essere distribuito non più a 27, ma a 28.
Nel chiedere di proseguire in futuro con una dotazione pari a quella attuale, la bozza sottolinea come l’Europa, essendo il più grande importatore di prodotti agricoli, dovrebbe fare attenzione a mantenere e, anzi, incrementare la propria produzione per far fronte alla futura domanda all’interno dell’Unione.

 

Flessibilità tra pilastri

De Castro mette poi in discussione la formula usata dalla Commissione europea quando, nella proposta sul bilancio presentata nel giugno 2011, parla di “congelare in termini reali” il budget agricolo.
Di fatto, per il presidente Comagri, la cifra attualmente sul tavolo in questo settore, tenendo conto dell’inflazione, corrisponde a una riduzione di oltre 37 miliardi (quindi il 9% circa) rispetto ai fondi attuali destinati al secondo pilastro, ovvero ai Programmi di sviluppo rurale. Ecco perché un punto cruciale, sottolineato nella bozza, è garantire agli Stati membri una certa flessibilità, per spostare i fondi tra il primo pilastro (pagamenti diretti agli agricoltori) e, appunto, i progetti di sviluppo rurale. Un meccanismo, spiega il documento, indispensabile affinché gli Stati membri possano affrontare nella maniera più efficace le sfide legate alle proprie aree rurali.

 

Le tempistiche future

Dopo la discussione e il voto in seno alla Commissione agricoltura, a settembre, il testo andrà a confluire nella posizione del Parlamento sul budget preparata dalla Commissione Bilancio, e dovrà passare al vaglio degli eurodeputati riuniti in sessione plenaria.