"L'Italia del vino perde quota all'estero (-8,1% rispetto allo stesso periodo del 2011), ma sulla fascia di prodotto meno interessante per le nostre imprese e che sono da sempre terreno fertile per altri tipi di produttori come quelli spagnoli e del Sud America. La contrazione è relativa infatti solo ai vini sfusi (-23% in volume) e riguarda in prevalenza i vini comuni e varietali (rispettivamente -28,3% e -27,1% in volume)". Così il presidente del Settore vitivinicolo di Fedagri-Confcooperative Adriano Orsi commenta i dati pubblicati da Ismea sul commercio internazionale dei vini italiani.

"Di contro – prosegue Orsi – l'Italia può ancora vantare un incremento delle vendite dei vini imbottigliati (+3% in volume e +6% in valore), a conferma che gli obiettivi di qualificazione dei nostri vini trovano un reale riscontro nei  mercati internazionali".

La contrazione in volume registrata nel primo trimestre 2012 è in qualche modo controbilanciata dall'aumento delle vendite, che hanno superato la cifra complessiva di 1 miliardo di euro, con un incremento del 6,9% rispetto ai 945 milioni di euro del primo trimestre del 2011.

Il presidente del Settore vitivinicolo di Fedagri si sofferma anche sul dato relativo alla flessione delle esportazioni degli spumanti (-6% in volume), la quale "non interessa tuttavia gli Stati Uniti, Paese in cui le bollicine italiane continuano a riscontrare un buon successo in termini di vendite e consumi".

Rispetto infine ai principali Paesi clienti dell'Italia, di fronte a un calo delle esportazioni in volume in Paesi come la Russia (-52%), la Repubblica Ceca (-59%) e la Francia (-39%), un segno positivo è quello relativo alle vendite di vino in Norvegia (+26,4%), Cina (+24,1%), Canada (+20,1%), Svezia (+13,8%), Regno Unito (+19) e Giappone (+10,1%). "La ripresa di alcuni di questi mercati - conclude Orsi - come la Svezia, il Giappone o la Norvegia sono segnali in qualche modo attesi in quanto si tratta di Paesi da sempre interessati al vino italiano di qualità che hanno ripreso i loro consumi. Interessanti, invece, i valori espressi dal mercato inglese, uno tra i più concorrenziali: occorrerà monitorare con attenzione questo trend e se necessario continuare ad investire in promozione affinché gli incrementi non siano dettati solo da momentanei fenomeni di moda".