Mobilitazione a tutti i livelli delle organizzazioni agricole contro l'Imu, l'Imposta municipale unica.

Si moltiplicano gli appelli rivolti ai sindaci dalle federazioni regionali e provinciali delle associazioni per chiedere la riduzione dell'Imposta che   prevede l'abolizione delle agevolazioni sull’abitazione principale, l'incremento dei coefficienti moltiplicatori delle rendite catastali, l'innalzamento delle aliquote (con possibilità degli enti locali di modificarle in positivo o negativo fino a tre punti percentuali), l'incremento dell’imponibile dei terreni agricoli e l'assoggettamento ad imposta anche dei fabbricati che mantengono i requisiti di ruralità.

“Siamo preoccupati per il difficile momento - spiega Giuseppe Politi, presidente della Cia Confederazione italiana agricoltori nella lettera scritta all’Anci - e chiediamo l’esigenza di rivedere l’imposta sui fabbricati rurali e sui terreni agricoli, che risulta insostenibile per le imprese del settore. Un provvedimento che rischia di mettere in pericolo l’obiettivo di costruire ‘un futuro con più agricoltura’: concetto che è alla base della ‘Carta di Matera’ firmata da migliaia di sindaci"
Con l’attuale impianto normativo "il mondo agricolo dovrà sostenere una maggiore tassazione sui terreni agricoli. La Cia è ben cosciente del fatto che la manovra del governo Monti richiede un sacrificio notevole a tutti i cittadini italiani, quindi anche agli agricoltori, ma è necessario che esso sia equo e sostenibile”. 

 

Anche Confagricoltura ha avviato un’azione nei confronti dei sindaci. L’iniziativa viene svolta a livello provinciale d’intesa con la sede nazionale che sta coordinando le iniziative su tutto il territorio italiano. “Chiediamo ai sindaci dei comuni - spiega Confagricoltura Emilia-Romagna - l’adozione di una delibera per fissare l’Imu al valore dello 0,1%. La nostra azione va nella direzione di scongiurare effetti finanziari devastanti. L`incremento della base imponibil comporta incrementi di tassazione dal 100% al 400%. Un'azienda a seminativo di 50 ettari con quattro fabbricati rurali, che attualmente versa un'Ici sui soli terreni di circa 2.200 euro, passerebbe a oltre 8.600 euro. Un aumento che supera i 6.400 euro, su un reddito aziendale presunto di 20mila euro”.

 

Coldiretti chiede di dimezzare l’aliquota dell’Imposta municipale unica prevista sia per quanto riguarda i fabbricati rurali ad uso strumentale e abitativo sia per i terreni agricoli. “Abbiamo deciso d’inviare una lettera ai 347 sindaci dei comuni della regione - spiega Coldiretti Emilia-Romagna - invitandoli ad applicare la facoltà che la legge assegna ai sindaci di ridurre la nuova tassa che ha eliminato ogni agevolazione dei fabbricati rurali ed eliminato le riduzioni d’imposta sui terreni agricoli. Ci rendiamo conto dei grandi sacrifici imposti ai cittadini italiani e che, in mancanza di tempo e con la necessità improcrastinabile di reperire risorse, si siano colpiti patrimonialmente quei beni conosciuti o conoscibili ma nel caso degli agricoltori ci troviamo di fronte a una mazzata duplice: gli agricoltori scontano tutti gli aumenti previsti per i cittadini oltre quelli previsti dalla patrimoniale agricola”.

 

Veneto, il tempo della scure

“Le organizzazioni professionali agricole hanno ragione. I Comuni le ascoltino e riducano l’Imu il più possibile. Meglio sarebbe togliere questa angheria che rischia solo di fare danni ad un comparto produttivo già provato”. L’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato si affianca all’appello delle associazioni di categoria del settore (Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri), che hanno scritto ai sindaci della Regione invitandoli a ridurre la tassa.
“In realtà – aggiunge Manzato – tutta la manovra punisce l’economia agricola più di altre, perché colpisce gli strumenti di lavoro, ché tali sono per un imprenditore agricolo la terra, i fabbricati di servizi e spesso la casa, e i mezzi tecnici in generale, a partire dal carburante. E’ il tempo della scure, vedremo quali danni farà; per il Veneto è stata già valutata una diminuzione del Pil pari a circa 4 miliardi di valore nel prossimo triennio".