Le frane provocano oltre 6 miliardi di euro di danni all'anno nei Paesi più industrializzati del mondo. E' quanto emerge dai dati presentati dall'Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale al secondo Forum mondiale sulle frane, in corso fino al 9 ottobre a Roma.
Nell'Unione europea, ha rilevato l'Ispra, sono state censite oltre 712 mila frane e, tra danni ed opere di ripristino, nella sola Italia sono stati spesi in media circa 1 miliardo di euro l'anno. In Italia il numero delle frane supera i 486mila, interessando il 6,9% del territorio nazionale, con una superficie complessiva di oltre 20.700 Km2.
Serve un Piano straordinario di manutenzione del territorio
"Oltre la metà delle frane censite in Europa sono registrate in Italia". Lo fa notare l'Anbi, Associazione nazionale bonifiche irrigazioni commentando i dati diffusi dall'Ispra e torna a richiamare l'attenzione del Governo e del Parlamento sulle esigenze connesse alla necessità di ridurre il rischio idrogeologico, che interessa aree sempre più vaste.
"E' necessario ripristinare - afferma l'Anbi - le opere danneggiate dagli eventi, ma bisogna definire un programma che assicuri un finanziamento permanente degli interventi di manutenzione, consolidamento e adeguamento della rete idraulica del Paese. La proposta di piano per la riduzione del rischio idrogeologico presentata dall'Anbi nello scorso febbraio a tutt'oggi priva di concrete risposte, prevede 2519 interventi in tutta Italia per un investimento complessivo pari a 5.723 milioni di euro, importo che può ritenersi consistente, ma che è irrisorio rispetto alle spese sostenute per tamponare i danni delle catastrofi idrogeologiche: oltre 3 miliardi di euro nel solo autunno-inverno 2010/2011".
L'abbandono e la cementificazione delle campagne aumenta le frane
"L'Italia frana anche perché il 25% delle campagne negli ultimi 40 anni sono state abbandonate o coperte dal cemento". Lo sottolinea la Coldiretti commentando i dati contenuti nel rapporto dell'Ispra.
"Un territorio grande come due volte la Lombardia, per un totale di cinque milioni di ettari equivalenti - fa notare Coldiretti - è stato sottratto all'agricoltura, che interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di ettari. Il rapido processo di urbanizzazione e cementificazione selvaggia ed il progressivo abbandono del territorio - sottolinea la confederazione - non è stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque, ma ora è necessario intervenire per invertire una tendenza che mette a rischio la sicurezza idrogeologica di tutto il Paese".
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Fonte: AgricolturaOnWeb