Il Centro ricerche OPERA, con il suo ufficio a Bruxelles, partecipa da tempo ai lavori per la riforma della Pac. Attraverso tavole rotonde, gruppi di lavoro, e implementazioni di regolamenti già esistenti, si preoccupa di intervenire ed esprimere pareri su argomenti quali competitività, fornitura di beni e servizi pubblici, sviluppo rurale.
Da tempo, inoltre, il Centro di ricerca ha avviato collaborazioni con ricercatori ed esperti per discutere, e cercare soluzioni, riguardo alcune problematiche agricole ed ambientali più attuali (gestione oculata dell’acqua, produttività e commercializzazione dei prodotti agricoli, valutazione, monitoraggio e riduzione dei rischi, criteri di sostenibilità).

In questo editoriale viene presentato un riassunto esteso dell’intervento del professor Ettore Capri, direttore di OPERA al Parlamento europeo.

 

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Le problematiche legate all’agricoltura sono da tempo oggetto delle politiche comunitarie. In particolare, fino ad ora la Politica agricola comunitaria (Pac) si era prefissata, come obiettivi principali, la garanzia di prezzi ragionevoli ai consumatori europei e una remunerazione equa agli agricoltori.
La Pac costituisce una delle più importanti politiche dell’Ue e i suoi obiettivi sono cambiati nel corso del tempo, essendo stata soggetta a svariate riforme, l’ultima delle quali è prevista per luglio 2011.

Già a novembre, la Commissione ha presentato le linee guida per la futura revisione, identificando quelli che dovranno essere i tre obiettivi principali:
1. raggiungere livelli produttivi adeguati a soddisfare, con costante attenzione alla qualità e sicurezza alimentare, una domanda sempre in continua crescita, in un contesto di mercato caratterizzato da forte volatilità ed incertezza;
2. gestire in maniera sostenibile le risorse naturali;
3. rispettare, proteggere e promuovere le specificità locali e le diversità territoriali.

L’agricoltura del futuro non può non tener conto di come è mutato, e continua a mutare, il panorama europeo e mondiale. Oltre alla domanda di cibo in costante aumento (si è stimato un raddoppio delle richieste tra il 2000 e il 2050), va tenuto in considerazione anche che, nelle economie emergenti, le nuove opportunità di accesso al reddito stanno determinando un aumento del consumo di alimenti ad alto impatto ambientale, come le carni.
Gli agricoltori cercano di rispondere alle nuove esigenze di consumo accelerando i ritmi produttivi. Tuttavia, l’incremento delle quantità prodotte porta inevitabilmente ad un aumento del consumo delle risorse naturali, tra le quali l’acqua - fondamentale per le colture e per l’aumento delle rese – che diventa sempre meno disponibile e più onerosa, così come lievita sempre più il prezzo dell’energia.
Nonostante questi dati, la produzione globale di cibo non sembra poi essere cresciuta di pari passo: in parte perché la disponibilità di terre coltivabili non è infinita, in parte perché ad un aumento della produzione non sempre corrisponde un aumento della produttività.

 

Il dibattito sull’agricoltura e sulla riforma della Pac non è isolato dal contesto europeo: si inserisce, infatti, nella nuova prospettiva della strategia dell’Ue per il 2020, dal titolo 'Europa 2020 – una strategia per la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva'.

Le priorità della Comunità, dunque, sono innovazione, sostenibilità e occupazione, e ben si comprende come l’agricoltura rivesta un ruolo centrale, in quanto può fornire un’effettiva risposta al tema della carenza di cibo, ma anche in termini di crescita produttiva, di mantenimento occupazionale nelle aree rurali e di lotta al cambiamento climatico.
Politiche 'green', dunque, orientate all’ambiente e alla risoluzione delle problematiche climatiche, ma che tengano sempre presenti il miglioramento della competitività e il ruolo fondamentale dell’innovazione, affinché tutto il potenziale della nostra agricoltura possa emergere, in particolare attraverso la fornitura di beni pubblici.

Oltre che sostenibile, la nostra agricoltura deve tornare ad essere competitiva. Recenti studi hanno dimostrato come l’agricoltura europea stia perdendo di competitività.
Alcuni produttori agricoli di Paesi terzi riescono a mantenere i costi ben due o tre volte più bassi rispetto ai produttori europei. Nel futuro, politiche e accordi volti a facilitare l’entrata sui mercati dei prodotti agricoli, renderanno ancora più complessa tale situazione, aumentando la pressione sui produttori europei.

 

Come deve orientarsi, dunque, la nuova Politica agricola europea? Di sicuro sarà necessario mettere in pratica una Pac 'intelligente', le cui priorità – come detto in precedenza - in tema alimentare, ambientale e sociale siano focalizzate attorno ad alcuni punti nodali:
- aiuti agli agricoltori europei affinché possano esplicare tutto il loro potenziale produttivo;
- ricerca di soluzioni che permettano di conciliare agricoltura e ambiente, e di assicurare stabilità economica per le attività agricole;
- implementazione di strategie che tengano in considerazione e promuovano la biodiversità e le specificità locali.

E’ chiaro, dunque, che si ha bisogno di un nuovo modello di agricoltura. Possiamo chiamarlo 'Agricoltura intensiva sostenibile', un’espressione forte, quasi contraddittoria, ma che potrebbe riportare l’Europa alla sua posizione primaria a livello di produttività, ricerca ed innovazione.
Aumentare la produttività sui terreni accessibili, ma al tempo stesso evitare l’espansione agricola su quei terreni rimasti intatti e che costituiscono territorio fondamentale per la biodiversità.
Resistere all’occupazione delle terre da parte dei settori non agricoli.
Incentivare gli agricoltori ad utilizzare in maniera 'ragionata' le risorse idriche, ed aiutarli nel bilanciare la produttività con un uso efficiente delle risorse naturali. Fornire strumenti gestionali adeguati, e collaborare nella pianificazione territoriale a livello non solo Europeo, ma anche nazionale e regionale.

L’opinione generale è ormai concorde sul fatto che soltanto con l’innovazione è possibile raggiungere obiettivi così ambiziosi.

 

Innovazione e sostenibilità. Secondo gli studi che OPERA attualmente sta conducendo, sono queste le parole chiave su cui fondare la nuova Politica agricola comunitaria.

L’innovazione dovrà muoversi su tre binari:
1. favorire lo sviluppo tecnologico: gli agricoltori devono poter avere accesso alle tecnologie più recenti per poter ottenere maggiore produttività;
2. promuovere nuovi modelli di 'farm management'. Il punto focale, qui, è il trasferimento del know-how agli agricoltori, sia per quanto riguarda le tecniche agricole, che a livello di gestione dei rischi, produttivi e di mercato;
3. attuare un nuovo modello di governance, che ben si adatti ad un contesto di mercato volatile ed incerto come quello agricolo, attraverso, ad esempio, maggiori partnership pubblico-privato e strategie di risk management adeguate.

Al fine di promuovere l’innovazione, la nuova Pac (ed eventualmente altre politiche comunitarie) dovrà tenere in considerazione almeno quattro importanti problematiche.
Innanzitutto, sarà fondamentale poter coordinare le priorità in tema di Ricerca&Sviluppo, sia a livello orizzontale (tra i vari Stati membri) che verticale (a seconda delle necessità delle produzioni agricole).
In secondo luogo, finanziare la Ricerca, in maniera continuativa e comparabile ai livelli raggiunti dai competitor mondiali. Quindi, creare un ambiente favorevole alle collaborazioni tra settore pubblico e soggetti privati, anche realizzando campagne informative adeguate a correggere l’immagine negativa che spesso accompagna le scoperte tecnologiche in questo settore. Infine, promuovere l’utilizzo di meccanismi di re-distribuzione dei risultati per il reinvestimento degli stessi.

Per quanto riguarda la sostenibilità, l’attuale contesto legislativo offre già una base per la realizzazione di produzioni sostenibili. Tuttavia, la nuova Politica agricola dovrebbe incentivare, soprattutto attraverso la fornitura di servizi pubblici, la definizione di ulteriori requisiti che coprano le tre differenti dimensioni - economica, ambientale e sociale - all’interno delle quali si può definire "sostenibile” una produzione.
Per realizzare quest’ultimo obiettivo, tuttavia, sarà necessario coinvolgere gli stessi agricoltori; e perché questo avvenga, bisognerà definire con chiarezza e precisione i criteri di sostenibilità.

 

Contribuendo ai lavori per la riforma della Pac, OPERA offre un esempio di come la nuova Politica agricola dovrebbe essere realizzata.
Sarà fondamentale avvalendosi della collaborazione e del contributo di tutti gli stakeholder coinvolti e permettendo una diffusione della conoscenza tra esperti di vari settori: economisti, giuristi, tecnici, agricoltori.
Ed è altrettanto necessario che siano studiati tutti gli aspetti a 360 gradi: problematiche economiche legate al mercato ed allo specifico settore, ma anche aspetti gestionali tipici dell’impresa agricola; aspetti ambientali; problematiche sociali.
Soltanto così sarà possibile giungere ad una Pac che possa, come è stato definito nel Comunicato della Commissione del 18 novembre, rispondere, nello stesso tempo, alle sfide alimentari, ambientali e territoriali.