Non sarà più come la conosciamo oggi, ma non lascerà gli agricoltori in balia degli eventi. Anzi li accompagnerà lungo un percorso che coniuga ambiente e produttività, sicurezza alimentare e biodiversità, territorio e tradizioni, innovazione e sviluppo. Sono queste le direttrici lungo le quali si snoderà la riforma della politica agricola comunitaria (Pac) attesa per il 2013. Sulla riforma della Pac il Commissario europeo all'Agricoltura, Dacian Ciolos, ha chiesto ai cittadini della Ue di dire la propria e per farlo ha aperto su internet uno spazio dove esprimere il proprio pensiero. Da aprile a giugno, periodo durante si è svolta questa consultazione pubblica, si sono registrati quasi seimila interventi, che sono poi stati al centro di un dibattito durato due giorni e che si è svolto a Bruxelles dal 19 al 20 luglio. Nessun passo indietro rispetto alla consapevolezza della necessità di sostenere le attività agricole, come molti temevano. Anzi la presa di coscienza, più che in passato, del ruolo fondamentale dell'agricoltura nella conservazione e nella tutela del territorio. Un ruolo che sarà centrale nella Pac del futuro, ha ricordato Ciolos nelle conclusioni dei lavori, che dovrà quindi avere fra i suoi obiettivi l'equilibrio del territorio e il legame fra territori e produzioni agricole. “Noi dobbiamo rispettare gli equilibri naturali – ha detto Ciolos – e al contempo garantire risultati economici”. Per raggiungere questo obiettivo Ciolos si è detto convinto che il sostegno pubblico debba essere lo strumento per conciliare fra loro gli aspetti economici con quelli ambientali, quelli sociali con quelli territoriali. Un indirizzo che trova conferma nelle opinioni espresse dai cittadini europei che con i loro interventi hanno dimostrato di conoscere perfettamente quanto sia necessaria una politica ispirata ad una agricoltura al servizio della società.
Aiuti sì, dunque, ma meglio ripartiti, più mirati e più trasparenti, senza ancorarsi al passato ma con criteri nuovi che cancellino le distorsioni fra aziende che pur operano in condizioni analoghe. Il Commissario ha detto che ora si metterà al lavoro, con i suoi uffici e i suoi collaboratori, per giungere a proposte operative che saranno messe a punto dalla Commissione entro il prossimo mese di novembre. “Voglio una Pac forte – ha detto Ciolos – a sostegno della diversità di tutti i suoi agricoltori e dei suoi territori, produttrice di quei beni pubblici che la società europea attende”. “Ma per essere forte, la Pac deve essere anche semplice e comprensibile.”

 

De Castro: fare squadra

L'impegno del Commissario Ciolos è stato apprezzato da Paolo De Castro che nella sua veste di presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo ha sottolineato la grande partecipazione che ha caratterizzato il dibattito e prima ancora il dialogo con i cittadini europei. Dalla politica agricola, questo il parere espresso da De Castro, si potrà avere un fondamentale contributo per rispondere ad emergenze come la sicurezza alimentare e la salvaguardia ambientale. E' una partita importante quella che si sta svolgendo sulla riforma della Pac e per il presidente della Commissione Agricoltura non bisogna dare nulla per scontato, specie per quanto riguarda le risorse economiche che la Ue destinerà all'agricoltura. Una riduzione del budget destinato ai campi trova in Europa alcuni sostenitori e prima che si giunga nel 2011 ad una proposta legislativa, l'Italia deve realizzare un gioco di squadra con i Paesi che premono per il mantenimento degli aiuti. Lo stesso De Castro si è fatto promotore di una serie di incontri in Italia per raccogliere pareri e consensi sui progetti da portare avanti. Progetti che poi troveranno la loro sintesi nel rapporto sulla Pac del 2013 che i parlamentari europei presenteranno a fine anno, subito dopo le conclusioni del Commissario Ciolos. Ma prima ancora, ha avvertito De Castro, sarà in discussione il “Pacchetto latte” ed è bene che l'Italia non si faccia cogliere impreparata. Altri paesi, come Francia e Spagna, ad esempio, si sono già accordate su una linea comune.

 

Accoglienza tiepida

L'invito di De Castro non sembra, al momento, aver raccolto molte adesioni e le discussioni sul futuro della Pac hanno ricevuto solo una “tiepida” accoglienza da parte di chi ha in Italia responsabilità in campo agricolo. Reddito degli agricoltori e risorse per il settore agricolo devono essere, a parere del presidente della Cia Giuseppe Politi, i criteri ai quali attenersi per la riforma della Pac. Ma prima ancora bisogna pensare a soluzioni immediate per andare incontro alle esigenze che già oggi preoccupano gli agricoltori.
Che ci sia bisogno di una Pac robusta e moderna ne è convinto anche Paolo Bruni, presidente della Cogeca. Intervenendo nel dibattito sulla riforma della Pac, Bruni ha sottolineato le proposte della cooperazione, fra le quali la necessità di migliorare il funzionamento dei mercati e correggere lo squilibrio esistente a favore della grande distribuzione.