Il cosiddetto "controllo dello stato di salute" della PAC si baserà sull'approccio adottato inizialmente con le riforme del 2003, migliorerà il funzionamento della politica grazie all'esperienza da allora accumulata e consentirà alla PAC di affrontare le nuove sfide e le opportunità che si presentano nel 2007 ad un'Unione composta da 27 Stati membri. Le riforme hanno ammodernato la Pac, ma il controllo dello stato di salute costituisce un'ottima opportunità per approfondire l'analisi di questa politica. Saranno poste tre domande fondamentali: come rendere più efficace e più semplice il sistema degli aiuti diretti; come adeguare al mondo attuale strumenti concepiti originariamente per una Comunità di sei Stati membri; come affrontare le nuove sfide, dal cambiamento climatico ai biocarburanti, dalla gestione delle risorse idriche alla salvaguardia della biodiversità. Tale comunicazione dovrebbe lanciare un'ampia consultazione che durerà sei mesi. Nella primavera prossima la Commissione presenterà le sue proposte legislative, con la speranza che siano adottate dai ministri dell'agricoltura entro la fine del 2008 e che possano entrare in vigore immediatamente. Durante il 2007 e il 2008 la Commissione definirà il suo approccio alla revisione del bilancio 2008/2009. In questo contesto il controllo dello stato di salute costituisce un'azione preparatoria, che lascia impregiudicati gli esiti di tale revisione. Si tratta di una messa a punto delle riforme del 2003 e di un contributo alla discussione sulle future priorità nel campo dell'agricoltura.
La commissaria all’agricoltura e allo sviluppo rurale Mariann Fischer Boel si è così espressa: "Il fatto che stiamo facendo un controllo dello stato di salute significa che il paziente è malato? Certamente no! È abbastanza normale che una persona perfettamente sana vada a farsi visitare dal medico per sapere se deve modificare qualcuna delle sue abitudini per rimanere in buona salute. Allo stesso modo dobbiamo appurare se è necessario adeguare la PAC alla realtà di un'UE a 27 e di un mondo in rapida mutazione. Le modifiche che propongo cambieranno davvero le cose per agricoltori, consumatori e contribuenti."


Misure suggerite

Rendere il regime unico di pagamento più semplice e più efficace.

La comunicazione solleva alcuni punti, come:

  • passare da pagamenti basati sui dati storici a un sistema "forfettario";
  • aumentare il tasso di disaccoppiamento nei paesi che hanno scelto di mantenere in alcuni settori agricoli il legame tra sussidi e produzione, anche se gli aiuti accoppiati possono svolgere ancora un ruolo importante nelle regioni in cui la produzione è su scala ridotta, ma riveste particolare importanza economica o ambientale;
  • ridurre gradualmente il livello degli aiuti con l'aumentare dei pagamenti complessivi versati ai grandi agricoltori, partendo ad esempio da una soglia di 100 000 euro l'anno. Ciò porterebbe a differenziare le imprese agricole con più proprietari e numerosi addetti dalle imprese agricole con un unico proprietario e pochi addetti;
  • aumentare la superficie che un agricoltore deve possedere per poter beneficiare degli aiuti comunitari rispetto agli attuali 0,3 ettari;
  • rivedere le norme di condizionalità che gli imprenditori agricoli sono tenuti a rispettare per ottenere aiuti da Bruxelles. Questo potrebbe significare l'eliminazione di obblighi superflui, ma anche l'imposizione di nuovi obblighi resi necessari da nuove esigenze, come migliorare la gestione delle risorse idriche e contenere il cambiamento climatico.

Orientare gli strumenti di sostegno al mercato per adeguarli ad un'Ue a 27 membri nel 2007

Nella comunicazione vengono posti i seguenti interrogativi:

  • l'intervento deve tornare alla sua originaria funzione di vera e propria rete di sicurezza, soprattutto in considerazione dell'andamento più che positivo dei prezzi di mercato?
  • Si può ridurre a zero l'intervento per la maggior parte dei cereali e mantenerlo per un solo tipo di cereale (il frumento panificabile)?
  • Si deve abolire il regime di ritiro dei terreni dalla produzione, trovando però il modo di mantenere i vantaggi che tale regime ha comportato per l'ambientale?
  • In vista della soppressione delle quote latte di qui al 2015, non bisognerebbe procedere ad un graduale aumento delle quote, perché questo passaggio avvenga in modo meno brusco per il settore? Andrebbero poi prese in considerazione possibili misure per aiutare i produttori lattiero-caseari nelle regioni dell'UE, come le zone montane, che dipendono largamente dalla produzione lattiero-casearia.

Raccogliere le nuove sfide

La comunicazione valuta in che modo la politica agricola possa rispondere alla nuove sfide e opportunità che si presentano all'agricoltura dell'UE: gestione dei rischi, lotta contro il cambiamento climatico, gestione più efficace delle risorse idriche, sfruttamento ottimale delle opportunità offerte dalla bioenergia e salvaguardia della biodiversità.
Gli obiettivi relativi al cambiamento climatico e alla gestione dell'acqua potrebbero essere raggiunti grazie alla condizionalità.
Dovrebbero essere previsti incentivi per migliorare l'azione in questi settori, ma avrebbe un certo costo. Lo strumento migliore per finanziare le nuove misure necessarie è costituito dalla politica di sviluppo rurale. La comunicazione propone di aumentare il tasso di "modulazione", ovvero la riduzione dei pagamenti diretti a tutti gli agricoltori che ricevono oltre 5.000 euro l'anno e il trasferimento di questi importi nel bilancio destinato allo sviluppo rurale. Il tasso in questione passerebbe così dall'attuale 5% al 13% nel 2013. Occorre inoltre valutare se il premio per le colture energetiche sia ancora necessario, visti i nuovi incentivi previsti per la produzione di biocarburante, come gli obiettivi obbligatori in materia di bioenergia o un livello elevato di prezzi.


Per maggiori informazioni: http://ec.europa.eu/agriculture/healthcheck/index_fr.htm