“La riforma Ocm vino presentata dalla Commissione Ue sembra molto più vicina agli standard produttivi del Nuovo Mondo che alle esigenze reali dei viticoltori europei”. Lo ha detto il presidente di Fedagri - Confcooperative, Paolo Bruni, intervenendo all’assemblea aperta organizzata dalla Cantina Due Palme presso la Cooperativa agricola Angelini, a San Pietro Vernotico (Brindisi). "Condividiamo le linee guida della proposta di riforma – ha aggiunto Bruni - migliorare la competitività dei produttori di vino dell’Ue, rafforzare la notorietà dei vini europei, istituire un regime vitivinicolo con regole semplici, rafforzare le zone rurali, garantire che la produzione sia realizzata nel rispetto dell’ambiente e tener conto della salute dei consumatori. Ma la riforma della Commissione non va in questa direzione”. “Non è con 1 miliardo di euro, in 5 anni – ha proseguito - spesi per finanziare l’estirpazione di 200 mila ettari di vigneto comunitario che il settore vitivinicolo europeo acquisterà competitività”. Nella proposta di riforma è previsto che la Commissione consentirà agli Stati membri di dichiarare inammissibili all’estirpazione il 2% della loro superficie vitata totale, per preservare l’abbandono dei vigneti in zone svantaggiate. “E’ una concessione insufficiente – ha spiegato Bruni -. Se questa misura troverà la condivisione degli altri Paesi, chiederemo alla Comunità che le superfici dichiarate inammissibili vengano estese almeno al 10% della superficie totale di ciascuno Stato, includendo anche quelle aree non di montagna in cui la vite viene allevata con sistemi di allevamento storici”. Il presidente di Fedagri ha auspicato “l’avvio di forti processi aggregativi per una maggiore fortificazione competitiva dei vini salentini”.