Prezzi all'ingrosso del formaggio stabili dal fine marzo 2024 e valori del latte fermi in Sardegna da gennaio. Sono questi i dati di sintesi dell'annata lattiero casearia del Pecorino Romano 2024-2025, che ha preso il via il 1° ottobre 2024, mentre tornava ad accanirsi il virus della lingua blu tra gli allevamenti ovini sardi e con gli aumenti di prezzo dello scorso autunno che si sono consolidati.
Pecorino Romano, in risalita fino a marzo
L'ultima variazione registrata dalla Borsa Merci di Milano per il Pecorino Romano Dop con almeno cinque mesi di stagionatura, alle condizioni franco caseificio o magazzino di stagionatura, merce nuda, Iva inclusa, risale a lunedì 31 marzo 2025, quando il formaggio tutelato è passato da una forchetta di 12,00-12,15 euro al chilogrammo, mantenuta fino alla precedente seduta del 24 marzo, ai 12,05-12,20 euro al chilo attuali, confermati anche nella seduta di Borsa Merci di ieri, 9 giugno 2025, registrando un incremento di valore di 0,05 euro (+0,4%).
Un altro incremento di pari importo - 5 centesimi di euro - il prezzo del Pecorino Romano lo aveva subìto tra il 17 ed il 25 febbraio 2025, quando il formaggio era passato da 11,95-12,10 euro al chilogrammo di inizio campagna alla forchetta poi rimasta invariata fino al 24 marzo di 12,00-12,15 euro al chilogrammo. Nella campagna lattiero casearia 2024-2025, iniziata lo scorso primo ottobre e che avrà termine il prossimo 31 luglio, fino ad oggi il prezzo del formaggio tutelato è cresciuto in tutto di 0,10 euro al chilo sui valori di inizio campagna (+0,83%).
Secondo il Clal, il prezzo medio mensile del Pecorino Romano a giugno 2025 - pari a 12,13 euro al chilogrammo è rimasto stabile sul precedente mese di maggio ed è in calo del 1,02% rispetto a giugno 2024.
Fino a tutto aprile 2025, la produzione del Pecorino Romano nell'annata lattiero casearia 2024-2025, secondo l'ente di certificazione, è pari a 26.082 tonnellate, in calo dello 0,5% sulla campagna 2023-2024 nello stesso periodo ottobre-aprile. Il che spiega l'incremento dei prezzi all'ingrosso tutto sommato non eclatanti rispetto a inizio campagna.
Dall'inizio dell'annata lattiero casearia 2023-2024 - che aveva preso il via il primo ottobre 2023 per concludersi il 31 luglio 2024 - il Pecorino Romano da cinque mesi di stagionatura era passato da una valutazione di 12,85-13,15 euro al chilo a quella di inizio della campagna 2024-2025 di 11,95-12,10 euro al chilogrammo, così da perdere 0,90 euro al chilo sui minimi e 1,05 euro sui massimi. Una discesa dei prezzi graduale, che aveva parzialmente compensato i pesanti rialzi del periodo 2022-2023, grazie ad una relativa abbondanza di prodotto offerto e ad una campagna lattiero casearia chiusa il 31 luglio 2024 con 39.244 tonnellate di produzione: +7,1% sulla già soddisfacente 2022-2023, attestatasi a 36.655 tonnellate.
Latte ovino, prezzi stabili in Sardegna
Secondo il monitoraggio di AgroNotizie® di ieri - 9 giugno 2024 - su dati Ismea, il valore medio mensile di cessione del latte ovino all'ovile in Sardegna si attesta, alla quarta settimana di maggio 2025, a 140 euro all'ettolitro, Iva inclusa e franco azienda, stabile sui valori rilevati nel precedente monitoraggio del 20 gennaio 2025. Nel monitoraggio dello scorso inverno, il prezzo di 140 euro all'ettolitro era risultato in aumento di 9,25 euro sul valore medio mensile registrato ad agosto, pari a 130,75 euro al litro. Tale crescita del prezzo del latte in estate era anche il risultato della recrudescenza della lingua blu, contro la quale di recente la Giunta della Sardegna ha lanciato la campagna vaccinale di prevenzione.
Prezzi medi mensili del latte ovino in Italia e nelle principali regioni produttrici tra gennaio e maggio 2025
(Fonte: elaborazioni AgroNotizie® su dati Ismea)
Come si può ben osservare nella tabella sovrastante, nella restante area Dop tra gennaio e maggio 2025 si afferma stabilità dei prezzi in Sardegna e Lazio, mentre la Toscana mette in luce un calo del 2,9%. Piuttosto critica invece la situazione dei prezzi in Sicilia, che hanno perso in cinque mesi quasi il 10%. Complessivamente, il prezzo medio all'ovile a livello Italia del latte di pecora ha perso nel periodo considerato circa l'8%.
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