Finalmente una svolta nel mercato dei suini da macello che vira verso il segno positivo dopo una lunga stagione di prezzi in calo.
Il recupero, come vedremo, non è sufficiente per coprire il divario con i prezzi di un anno fa e purtroppo non coinvolge tutta la filiera, ma solo il ciclo chiuso e le fasi di ingrasso.
Migliora tuttavia l'indice di redditività calcolato dal Crefis, il Centro per le Ricerche Economiche sulle Filiere Sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali.
Ma andiamo con ordine, a iniziare dalle diverse fasi di allevamento.
L'allevamento
Come anticipato, per gli allevamenti a ciclo chiuso cresce in aprile l'indice di redditività, che segna un aumento del 5,5%.
Un risultato raggiunto grazie alla ripresa dei prezzi dei suini da macello pesanti, saliti del 6,4% rispetto a marzo, e giunti a quota 1,891 euro/chilogrammo.
Nonostante questo recupero, il confronto con aprile 2024 resta sfavorevole, con una variazione tendenziale negativa vicina al 9,7%.
Andamento positivo anche per la fase di ingrasso, che registra una crescita della redditività dell'8,7% su base congiunturale.
A determinare questo miglioramento è stato l'aumento delle quotazioni dei suini da macello e il minore esborso iniziale per l'acquisto dei suinetti da 40 chilogrammi.
Tuttavia, i livelli attuali restano inferiori del 9,7% rispetto a quelli di un anno fa, segnalando una situazione meno favorevole che in passato.
Diversamente, la scrofaia ha visto una nuova flessione della redditività pari allo 0,7% nel confronto mensile, con un calo più marcato (-7,5%) su base annua.
La stabilità dei prezzi dei suinetti da 7 chilogrammi (rimasti fermi a 76,550 euro/chilogrammo e l'incremento dei costi hanno influito negativamente.
La breve durata del ciclo produttivo ha inoltre limitato le possibilità di compensazione dei costi.
La variazione tendenziale delle quotazioni di questi capi si conferma anch'essa negativa (-6,2%).
Segnali positivi arrivano invece dalla fase di svezzamento, che ha beneficiato di un aumento della redditività pari al 4,7% su base mensile.
L'incremento dei prezzi dei suini da allevamento da 40 chilogrammi, saliti a 3,564 euro/chilogrammo (+5,7% rispetto a marzo), ha permesso di bilanciare l'aumento dei costi di alimentazione e l'acquisto dei suinetti.
Resta comunque marcato il divario rispetto ad aprile dello scorso anno, con una variazione tendenziale negativa del 10,3%.
La macellazione
Nel comparto della macellazione, aprile ha fatto registrare un lieve miglioramento della redditività su base congiunturale (+0,6%), trainato soprattutto dai rialzi dei prezzi di alcuni tagli freschi come i lombi, che hanno parzialmente compensato i maggiori costi delle carcasse.
A livello tendenziale, la redditività è risultata più alta dell'8,1% rispetto a un anno prima.
I prezzi delle cosce fresche pesanti per produzioni tipiche sono però calati a 5,575 euro/chilogrammo (-2,1% su marzo; -7,2% su base annua), mentre quelli delle cosce non tipiche sono scesi a 4,550 euro/chilogrammo (-3,1% mensile; -3,7% annuo).
Molto dinamico il mercato dei lombi: il taglio Padova ha toccato i 4,650 euro/chilogrammo con un balzo del +35,8% rispetto a marzo, mentre il taglio Bologna è salito a 4,050 euro/chilogrammo (+19,1%).
Le variazioni tendenziali restano negative, rispettivamente dello 0,5% e del 6,4%.
La stagionatura
Per quanto riguarda la stagionatura dei prosciutti, ad aprile si è osservato un andamento sfavorevole della redditività dei prodotti pesanti che è calata sia per le produzioni di Parma Dop che per quelle di prodotto non tutelato.
Dopo diversi mesi, il vantaggio reddituale torna a favore dei prosciutti tutelati della tipologia pesante: la differenza di redditività rispetto ai prodotti non Dop è stata del +4,8%.
Il Prosciutto di Parma della tipologia pesante stagionato 12 mesi ha raggiunto il prezzo di 10,617 euro/chilogrammo (+0,2% rispetto al mese precedente) segnando un aumento dell'1,1% su base annua.
I prosciutti stagionati non Dop sempre della tipologia pesante sono rimasti stabili a 8,600 euro/chilogrammo, in linea con le quotazioni dell'aprile 2024.
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Fonte: Crefis