I roditori sinantropi (ovvero che vivono nello stesso ambiente dell'uomo) come topi e ratti, sono mammiferi a sangue caldo la cui principale caratteristica è di avere denti incisivi di grandi dimensioni a crescita continua che costringono questi animali a rosicchiare continuamente con l'obiettivo di accorciarli. Molteplici sono le realtà interessate dalla presenza di roditori sinantropi, ma su tutte una particolare attenzione deve essere rivolta a quelle aziende che hanno a che fare con gli alimenti. Per questo motivo topi e ratti sono causa molto spesso di grandi preoccupazioni anche nelle aziende bovine da latte, nelle quali i possibili siti di "nidificazione" sono molto abbondanti.

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I possibili danni

I danni causati dai roditori sono sicuramente economici e dovuti in particolare al consumo e alla contaminazione del cibo destinato agli animali. Uno studio statunitense (Lang et al., 2012) ha calcolato che ogni ratto presente in un allevamento è in grado di mangiare, rovinare o danneggiare una quantità annua di alimento pari a un costo di 25 dollari, che una colonia di cento ratti è in grado di consumare più di una tonnellata di mangime/materie prime in un anno, e che un ratto può "inquinare" una quantità elevata di mangime (circa dieci volte quella che è in grado mangiare) con escrementi, urine e peli.

Inoltre, questi roditori sono veicoli di malattie, rendono inquieti gli animali causando una possibile riduzione di produttività, e sono in grado di danneggiare tubazioni (acqua, gas), cavi elettrici e impianti di vario tipo. Negli edifici sono in grado di provocare danni, in particolare, alle parti in legno e all'eventuale isolamento termico nei pannelli che possono essere presenti sia nelle pareti che nel tetto (a quest'ultimo danno sono associati, oltre ai costi per sostituire l'isolante, quelli energetici e quelli dovuti alla scarsa conversione dei mangimi da parte degli animali).

Purtroppo, topi e ratti hanno un enorme potenziale riproduttivo. Una femmina di ratto è in grado di produrre mediamente altre ventidue femmine riproduttrici in un anno, che maturano entro tre mesi. In situazioni ideali, una coppia di ratti e la loro prole possono produrre 20 miliardi di giovani individui in tre anni (Lang et al., 2012).


Il monitoraggio

All'interno degli allevamenti il monitoraggio è molto importante per prevenire e/o controllare le popolazioni di roditori.

Di seguito, vengono elencati i principali segnali d'infestazione da roditori: rumori vari (dovuti a rosicchiamento o alle arrampicate sulle pareti), escrementi (lungo i muri, dietro gli oggetti e vicino alle scorte alimentari), tane, percorsi (per esempio, aree prive di polvere lungo le pareti), segni freschi di rosicchiamento, forte odore di urina o di roditore, avvistamento visivo sia di giorno (i topi sono visti alla luce del giorno solo se le popolazioni sono molto numerose), sia di notte (gli occhi di ratto riflettono la luce), segni di sbavature su tubi o travi dove lo sporco e l'olio della loro pelliccia lasciano una pellicola grassa. La presenza di escrementi è sicuramente una delle tracce più evidenti della presenza dei roditori. Forma, dimensione e lucidità degli escrementi possono essere utili elementi sia per la classificazione, sia per un'indicazione se il passaggio è recente o di vecchia data. Per verificare la consistenza dell'infestazione, è necessario individuare la tipologia di roditore e i camminamenti attivi e localizzare i punti trofici di maggiore utilizzo. L'individuazione delle impronte lasciate sul pavimento è ancora più semplice se si utilizzano polveri traccianti atossiche.

Il passo successivo consiste nella ricerca dei punti di annidamento o tane. Le colonie di topi e ratti si stabiliscono in zone dismesse o a bassa attività umana. Il topo domestico riesce addirittura a vivere in pochi metri quadrati con quantità di cibo molto limitate. A questo punto si tratta di comprendere la dinamica della popolazione con monitoraggi, non solo all'interno dell'area da trattare, ma anche nelle zone limitrofe in quanto queste potrebbero costituire un serbatoio per nuovi "arrivi". Anche i metodi tradizionali di controllo dei roditori, come l'esca e la cattura, possono essere utilizzati come strumento di monitoraggio. Infatti, un'accurata registrazione della scomparsa delle esche può avvertire gli allevatori se la loro popolazione di roditori è in aumento o in calo.

Infine è fondamentale, sulla base di questa attività di monitoraggio, riportare tutti i rilievi eseguiti su planimetrie allo scopo di studiare i movimenti, mettere in evidenza la distribuzione dell'infestazione e individuare i punti dove applicare o intensificare la lotta. Queste conoscenze preliminari consentono la stesura di un piano strategico di intervento il cui obiettivo è la bonifica dell'ambiente con il più basso impatto ambientale possibile.


Sistemi "passivi" di controllo

Il primo obiettivo dell'allevatore dovrebbe essere quello di prevenire, o almeno ridurre notevolmente, il numero di roditori attraverso programmi di gestione che riducono l'ingresso di topi e ratti in allevamento, evitando che i siti di nidificazione, l'acqua e il cibo siano prontamente disponibili. È bene ricordare che i roditori hanno bisogno di pochissimo per sopravvivere: bastano la disponibilità di cibo e di una tana. Rendendo irraggiungibili questi luoghi e mantenendo pulito l'ambiente, si rende non più vivibile l'habitat di questi animali, che quindi rimarranno lontani. Tappate buchi e fessure dove possibile, eliminate la spazzatura e conservate il cibo in luoghi non raggiungibili e chiusi. Si tratta, in pratica, di impedire fisicamente che topi e ratti accedano al nostro allevamento.

Mantenere l'ambiente in buone condizioni igienico-sanitarie è fondamentale per diminuire la diffusione dei roditori
Mantenere l'ambiente in buone condizioni igienico-sanitarie è fondamentale per diminuire la diffusione dei roditori

Per fare ciò è necessario prima di tutto esaminare i fabbricati almeno una volta all'anno per verificare la presenza di possibili accessi per i roditori. Per esempio, aperture sotto le porte, crepe intorno ai telai delle porte, finestre rotte, fori che circondano tubazioni dell'acqua o coclee di alimentazione sono potenziali punti di ingresso. La chiusura di questi passaggi deve essere eseguita con materiali particolarmente resistenti, evitando plastica, legno o isolanti, poiché i roditori sono in grado di farsi strada semplicemente rosicchiandoli. Per la chiusura delle finestre, operazione non semplice, è necessario avere una doppia rete in grado di impedire l'accesso sia ai ratti che ai topi. Una ipotetica protezione perfetta prevede una rete con maglia da 1x1 cm a 2x2 cm con filo da almeno 1 mm esterna per i ratti e una rete con maglia 6x6 mm interna per i topi.

Altri aspetti importanti consistono:
  • nel rendere le pareti più lisce possibili. Un buon sistema è quello di circondare la base della costruzione di una fascia in film plastico rigido o semirigido di circa 50-100 m. Su superfici perfettamente lisce nessun topo si arrampica e questo ci consente di essere un po' più superficiali nella protezione delle sovrastanti aperture;
  • nel diminuire "l'appetibilità" del nostro ambiente, mantenendolo in buone condizioni igienico-sanitarie. I principali interventi riguardano la raccolta dell'eventuale mangime residuo, la rimozione di rifiuti e legno e l'eliminazione della vegetazione per 1 m intorno agli edifici, sostituendola con uno strato di materiale più duro in grado di impedire ai roditori di scavare un tunnel.
     
Ai roditori non piace essere esposti. Eliminare i materiali da costruzione impilati, i vecchi sacchi di mangime, la spazzatura o qualsiasi altra cosa dove un roditore può nascondersi dentro o sotto. Una buona regola potrebbe essere quella di conservare pile di legname o attrezzature varie a 30-35 cm di distanza da un pavimento o da una parete. Molto pericolose sono le pareti doppie, perché la maggior parte dei roditori nidifica nello strato centrale isolante. Per questo è necessario bloccare tutte le possibili vie d'accesso e distruggere tutto il materiale di nidificazione.
Infine, risulta molto importante l'eliminazione di tutte le possibili fonti di acqua (rubinetti gocciolanti, truogoli ripieni di acqua, tubi che perdono, scarichi aperti, ecc.) e la conservazione di tutti gli alimenti in contenitori a prova di roditori. Ridurre la fuoriuscita di mangime e smaltire immediatamente gli animali morti. Senza cibo e acqua facilmente reperibili, le popolazioni non possono aumentare.

Le scorte alimentari sono fra i punti 'critici' più importanti
Le scorte alimentari sono fra i punti "critici" più importanti


Rodenticidi

Se all'interno dell'allevamento topi e ratti sono presenti in elevate quantità, la sola prevenzione con ricorso ai sistemi passivi non risolverà il problema. In questo caso, sarà necessario prendere in considerazione un programma di riduzione della popolazione. Non esiste un sistema risolutivo nella lotta contro topi e ratti, perché purtroppo questi animali sono molto intelligenti e ben presto si adattano a contrastare tutte le tecniche impiegate, imparando presto a evitare le trappole e le esche avvelenate.

Il sistema più diffuso è il ricorso a veleni, in genere sostanze chimiche che impediscono la coagulazione del sangue provocando la rapida morte di chi le ingerisce. La somministrazione corretta di queste esche, dette anche rodenticidi, può ridurre efficacemente la concentrazione di ratti e topi. Importante è sapere che un ratto nero reagisce in modo diverso a un determinato veleno rispetto a un ratto grigio o a un topo comune; per esempio, vengono aggiunte sostanze colorate o con un sapore particolare per rendere più appetibile il veleno e aumentarne l'efficacia.

I rodenticidi autorizzati sono eterogenei, al fine di fronteggiare le elevate doti di scaltrezza, prolificità e adattabilità mostrate da topi e ratti
I rodenticidi autorizzati sono eterogenei, al fine di fronteggiare le elevate doti di scaltrezza, prolificità e adattabilità mostrate da topi e ratti

Chiaramente tutti i rodenticidi devono essere utilizzati in conformità ai requisiti di legge e osservando sempre le precauzioni riportate sull'etichetta per quanto riguarda l'uso, la manipolazione e la conservazione. Questi veleni possono assumere una varietà di forme diverse, come la pellettatura, la polvere e il liquido. Generalmente si tratta di veleni anticoagulanti classificabili di prima e seconda generazione. Gli anticoagulanti di prima generazione richiedono ai roditori di nutrirsi per diversi giorni per acquisire una dose letale del principio attivo. Gli anticoagulanti di seconda generazione possono richiedere una sola alimentazione per acquisire una dose letale, anche se gli animali muoiono dopo diversi giorni.

I contenitori di plastica per le esche all'aperto sono obbligatorie se il rodenticida è "fuori terra" (cioè accessibile all'uomo e alle specie non bersaglio come animali domestici, bestiame e fauna selvatica). Questi contenitori devono essere a prova di "manomissione". In alcuni casi (in particolare per i ratti) è possibile utilizzare esche senza veleno per circa una settimana per abituare i roditori all'esca, collocandole in zone ad alta "attività roditoriale". Le esche possono essere posizionate a 2-3 m una dall'altra nel caso dei topi e a distanze maggiori (anche 10 m) nel caso di ratti.

Le esche devono essere collocate nelle aree critiche (zone particolarmente infestate o di forte passaggio). Ogni punto di distribuzione viene contrassegnato da un apposito cartellino che riporta: nome della ditta che esegue il servizio, numero della postazione, principio attivo utilizzato e relativo antidoto al veleno. L'estrema eterogeneità di prodotti disponibili (tutti comunque autorizzati dal ministero della Salute e di bassa potenziale tossicità), ne permette il loro utilizzo in diverse combinazioni adattabili alle differenti situazioni anche in considerazione delle elevate doti di scaltrezza, prolificità e adattabilità mostrate da topi e ratti per la lotta per la sopravvivenza.

Esca rodenticida in contenitore di plastica, con prescritto cartellino
Esca rodenticida in contenitore di plastica, con prescritto cartellino


Conclusione

L'eliminazione di ratti e topi negli allevamenti bovini da latte è estremamente difficile. Sicuramente è preferibile e più semplice prevenire l'insorgenza di una infestazione piuttosto che combatterla una volta che si presenta in allevamento. Se esiste un problema, le opzioni descritte in questo articolo dovrebbero essere utili per limitare le popolazioni di topi e ratti. Se i problemi persistono, gli allevatori possono trovare utili i consigli presso ditte specializzate nel campo della derattizzazione. Questi professionisti possono aiutare a identificare i siti di ingresso/nido e a fornire utili consigli sia sulla fase di monitoraggio, sia su quella di collocamento di esche e trappole.
Infine, un altro aspetto importante riguarda gli addetti di stalla, i quali devono essere correttamente informati e motivati. Infatti, il loro coinvolgimento è fondamentale per scongiurare atti e comportamenti, quali scarsa igiene, trascuratezza nella pulizia dei mezzi di produzione, abbandono di materiali di scarto e/o di rifiuto, ecc., che potrebbero vanificare gli interventi di disinfestazione.

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di Alessandro Gastaldo - Crpa di Reggio Emilia