Alle alghe si guarda da tempo come fonte di rimedio naturale a molti malanni. C'era anche chi proponeva impacchi a base di alghe per dimagrire o eliminare pance eccessive. Poi si sa come è andata a finire...ma questa è un'altra storia.

Di vero c'è che nelle alghe sono presenti molti interessanti composti e fra questi i polisaccaridi solfonati, che in effetti qualche effetto cosmetico possono anche svolgerlo. Ma non è di questo che vogliamo interessarci.
Ai polisaccaridi la scienza riconosce effettive attività biologiche e fra queste quella antivirale e antinfiammatoria.


Protezione del digerente

Oltre a queste attività dirette, le macroalghe (comprendono alghe verdi, rosse e brune) e i loro composti solfonati, stimolano a livello intestinale la produzione di muco.

Queste evidenze sono state verificate nel caso dei suini, con una stimolazione diretta delle cellule caliciformi, principali produttrici di muco. La maggior produzione di questo muco funge da “barriera” nei confronti di alcuni patogeni presenti nel tratto intestinale, riducendone l'ingresso e la proliferazione nelle cellule che tappezzano il tratto digerente.

Come conseguenza si ha una minore incidenza di patologie intestinali e un miglior stato sanitario degli animali.
 

In aiuto dei suinetti

L'impiego di alghe, o per meglio dire di polisaccaridi solfonati, riveste particolare interesse nel caso dei suinetti nelle prime fasi di vita.
In questo periodo il loro tratto digerente è ancora immaturo e non sempre gli anticorpi materni ricevuti attraverso il colostro riescono a passare la barriera gastroenterica, lasciando gli animali “scoperti” all'attacco di molti patogeni.

La fase dello svezzamento e lo stress che ne consegue, è un ulteriore occasione per virus e batteri. L'esito può essere una diarrea neonatale, con pesanti conseguenze sulla redditività dell'allevamento.
Un pericolo che si tende a scongiurare ricorrendo agli antibiotici, almeno quando si ha conferma che all'origine della malattia ci siano enterobatteriacee, come ad esempio E. coli.

Senza dimenticare il pericolo delle diarree virali, come la Ped (diarrea epidemica suina) o della Tge (Gastroenterite trasmissibile), dove le uniche armi di difesa stanno nella profilassi.
 

Meno antibiotici

L'impiego di “alghe” nei suinetti in fase di svezzamento sembra dunque rispondere a una doppia esigenza.
Contrastare l'insorgere di patologie gastroenteriche e, non meno importante, rispondere all'appello per un più oculato uso degli antibiotici, negli animali come nell'uomo.

Le “alghe” potranno assolvere questo compito? A questa domanda alcune aziende rispondono in modo affermativo e già sono presenti sul mercato prodotti che contengono polisaccaridi solfonati da utilizzare nei suinetti.
L'ultima parola spetta agli allevatori, che potranno verificare sul campo se quanto promettono le “alghe” è vero oppure no.