Ad un anno esatto dall'applicazione della legge sulla tracciabilità della filiera bufalina italiana, si registra nell’area Dop della Mozzarella di bufala campana una maturità del comparto tale da poter rappresentare un esempio a livello nazionale per l'applicazione delle norme.

E' questa la sintesi del resoconto della missione di dodici parlamentari della Commissione Anticontraffazione della Camera dei Deputati in visita a Caserta per un viaggio nella filiera bufalina della Mozzarella Dop presentata ieri, 12 ottobre 2016 alla Reggia di Caserta.

"C’è la conferma che ogni giorno - è scritto in una nota stampa del Consorzio di tutela della Mozzarella di bufala campana Dop - grazie al doppio binario tracciabilità nazionale e certificazione in area Dop, si sa con certezza dove i caseifici italiani e dell’area Dop comprano il latte di bufala e in cosa si trasformi, in modo da garantire i 1400 allevamenti dell’area Dop", localizzati tra il Basso Lazio, la Campania, l’Alta Puglia ed il Basso Molise.

Pertanto, la Mozzarella di bufala campana Dop oggi può essere considerata un prodotto controllato lungo tutta la filiera e, di conseguenza, il fenomeno della contraffazione può dirsi arginato. Più attenzione, invece, bisognerebbe dedicare a ciò che accade al di fuori del perimetro protetto della Dop.

I risultati sono stati esposti nel corso di una conferenza stampa tenuta presso la nuova sede del Consorzio di tutela alle Regie Cavallerizze della Reggia di Caserta con il presidente, Domenico Raimondo e il direttore Pier Maria Saccani, il presidente della Commissione parlamentare Anticontraffazione, Mario Catania, il relatore inchiesta della Commissione sulla Mozzarella di bufala campana Dop, Paolo Russo, il commissario dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, Antonio Limone e il sottosegretario ai Beni e delle attività culturali e del turismo, Antimo Cesaro.

"Insieme ai colleghi deputati, membri della Commissione che presiedo - ha detto in conferenza l’ex ministro Catania - abbiamo visitato alcune realtà che operano nel settore della produzione della mozzarella di bufala Dop, i cui metodi di tracciabilità sono risultati notevolmente all'avanguardia. Sosteniamo tutte le misure passate e future adottate dal Consorzio e ci auguriamo che si possa continuare a lavorare proficuamente per tutelare la genuinità di un prodotto dall'altissimo valore commerciale e sociale".

Di modello virtuoso ha parlato anche il commissario dell'Istituto zooprofilattico.
"Dopo i primi mesi di rodaggio - ha detto Limone - oggi si può dire che il sistema funziona e ne sono evidenti i risultati: aumento del prezzo del latte, maggiore regolarizzazione dei contratti, diminuzione del 'latte a terra' e minor ricorso al congelamento. E’ senza dubbio un virtuoso modello di tracciabilità che ci permettiamo di proporre anche per altre filiere".

E dei risultati apportati dalla tracciabilità ha parlato anche Paolo Russo.
"E' la tracciabilità assoluta la strada da seguire per continuare ad affermare un modello agricolo di successo che coniuga qualità e tradizione, che nasce dai territori, ma che è capace di cogliere le sfide dei mercati nazionali ed internazionali - ha detto il parlamentare, che ha aggiunto - il lavoro della Commissione, la risoluzione sulla Mozzarella di bufala campana Dop e quanto abbiamo registrato nel corso della visita di oggi confermano che dobbiamo continuare ad insistere sulla piena conoscenza di un percorso che parte dalla stalla e finisce sulla tavola".

"Solo così
- ha concluso Russo - potrà essere confermata un'inversione di tendenza che è prima di tutto etica e culturale e che consente al piccolo caseificio artigianale così come al grande impianto industriale straordinari successi".

A concludere il sottosegretario Cesaro che ha sottolineato anche l'importanza del contesto in cui si trova la nuova sede del Consorzio di tutela.
"Siamo in un bene culturale che è stato recuperato e messo a disposizione per un progetto importante - ha detto Cesaro, riferendosi alla Reggia di Caserta - Qui ci sarà anche uno spazio formativo a contatto diretto con le scuole, il che significa uno sviluppo del territorio in termini occupazionali".
"E' importante
- ha concluso - trasformare le opportunità in concretezze. Un prodotto come la mozzarella campana Dop può essere anche la narrazione diversa di un territorio di cui abbiamo bisogno".