A dispetto di certe trasmissioni televisive farlocche, la zootecnia intensiva non è per nulla feudo di allevatori-orchi che tengono i propri animali in situazioni da lager, bensì sta evolvendo sempre più verso standard tecnologici e di benessere animale di altissimo profilo.

Per riassumere questo concetto, il Parco Tecnologico Padano ha organizzato DairyFarm, un progetto di formazione e dimostrazione atto a raccogliere e condividere le soluzioni e le tecnologie più innovative al servizio di una zootecnia da latte sostenibile. L’evento si è tenuto il 24 giugno scorso presso l’azienda Baronchelli di Borgo S.Giovanni, in provincia di Lodi, e la Cascina sperimentale Baroncina.
Sponsor della giornata sono state aziende fra le più rappresentative nel panorama zootecnico, due su tutte Sivam e Sgariboldi. La prima è attiva sia sul fronte agronomico di campo, sia in stalla, mentre la seconda è un marchio leader nella meccanizzazione finalizzata alla nutrizione animale.

La corretta densità degli animali, unita a livelli igienici soddisfacenti, permettono di ottimizzare la salute delle lattifere e la loro produttività

Il percorso illustrativo ha permesso di scoprire che, per esempio, si stanno mettendo a punto nuove tecniche e nuove genetiche per consentire la realizzazione di insilati di soia di ottima qualità, una pratica ritenuta impercorribile solo fino a pochi anni or sono, seppur già ipotizzata da tempo.
Pure sono stati approfonditi i temi sanitari dell’allevamento, condividendo le nuove soluzioni nel campo dell’alimentazione e delle vaccinazioni dei vitelli. La mortalità dei vitelli è infatti molto variabile, dal 50% nei casi peggiori al 97% degli allevamenti israeliani, i più all’avanguardia in tal senso. Nuovi vaccini da irrorare sulle mucose nasali, per esempio, si mostrano in grado di abbattere vistosamente le infezioni alle vie respiratorie, come pure il corretto approccio all’igiene dell’ambiente e all’alimentazione permette di ridurre la mortalità in modo sostanziale. Un punto a favore sia del reddito, sia del benessere degli animali.
 
Forti evoluzioni anche nella mangimistica, con prodotti atti a interagire con l’organismo ottimizzandone la risposta metabolica o a ridurre le diffusione di organismi indesiderati come funghi e batteri negli alimenti.
 
Tecnologie innovative anche sui carri trinciamiscelatori, come i rilevatori Nir, sensori agli infrarossi, installati per ottimizzare in automatico le razioni in funzione dell’umidità e delle caratteristiche della razione stessa.

Guarda l'intervista a Mauro Buda, agronomo Sivam, e Andrea Franchi, direttore commerciale Italia Sgariboldi
 
Carro trinciamiscelatore semovente di Sgariboldi: nel retro della fresa può essere allocato un sensore Nir, agli infrarossi, per la valutazione della qualità della razione

Non poteva mancare l’informatica al servizio delle mandrie. Il progetto Ruminarte di Sivam, infatti, poggia su una fitta comunicazione fra appositi sensori-transponder allocati sul collo dei capi e un server centrale che rileva diversi parametri comportamentali utilizzabili come indicatori del benessere delle bovine, come per esempio la ruminazione. Ogni deviazione dai parametri fissati come standard permette così di intervenire tempestivamente e in modo proattivo a fronte di alterazioni anche minime.

Guarda l'intervista a Monica Miravalle, veterinaria, sul collare Heatime HR

Il progresso sta quindi innalzando le performance economica e i livelli di benessere degli animali, agendo su tutti i fronti possibili, dalla genetica alla nutrizione, dall’informatica alla meccanizzazione. Come pure sui livelli di professionalità degli allevatori, i quali sopravvivono e crescono solo seguendo pratiche virtuose che troppe volte vengono ignorate. Ogni tanto anche in malafede…