Ancora una manciata di giorni e l'Italia dovrà presentare alla Ue giustificazioni credibili in merito alla decisione di rinviare il pagamento delle multe latte. La Ue ha infatti avviato nei confronti dell'Italia una procedura di infrazione per aver rinviato il pagamento delle rate che gli allevatori avrebbero dovuto pagare il 31 dicembre 2010. Una procedura, questa dell'infrazione alle norme comunitarie, che può essere interrotta solo presentando una “memoria difensiva” dalla quale si evinca la necessità dell'intervento e l'assenza di aiuti di Stato tali da compromettere un'equilibrata concorrenza fra i paesi membri. Ora che i tempi stanno per scadere ci si interroga su quale sarà la linea difensiva adottata dall'Italia, un interrogativo al quale ha dato risposta il ministro dell'Agricoltura, Mario Catania, al termine dei lavori del Consiglio dei ministri agricoli della Ue che si è tenuto a Bruxelles in questi giorni. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il ministro ha confermato quanto già anticipato da Agronotizie a proposito della esiguità delle cifre in ballo. Ricordiamo che il rinvio che la Ue ci contesta è stato deciso con la legge numero 10 del 26 febbraio 2011, con la quale sono state prorogate di sei mesi le rate scadute nel dicembre 2010. Ma la decisione di questo rinvio è giunta, come detto, a quasi due mesi dalla scadenza, con il risultato che la maggior parte degli allevatori aveva già provveduto a saldare il proprio debito. Modesto di conseguenza l'importo complessivo della rate il cui pagamento è stato rinviato.

 

Nulla di più degli “aiuti de minimis”

Siamo di fronte, dunque, a importi limitati, tanto che il ministro Catania sostiene che sul piano tecnico l'entità delle cifre in ballo possano rientrare negli “aiuti de minimis”, quelli che un singolo Stato può accordare ai produttori agricoli in situazioni di difficoltà, aiuti per i quali non è necessario ottenere un preventivo nulla osta da parte di Bruxelles. Per di più non siamo di fronte a erogazioni di denaro, ma di un semplice scostamento dei pagamenti di soli sei mesi, al massimo un anno per quei casi che hanno usufruito del precedente rinvio, anch'esso di sei mesi. Motivazioni sufficienti a far rientrare la procedura di infrazione? Il ministro ha mostrato ottimismo dicendosi poco preoccupato. Speriamo abbia ragione. Ancora un po' di pazienza e conosceremo fra qualche giorno la risposta di Bruxelles.