Per il Parmigiano Reggiano e per il Grana Padano spinte produttive così forti non si erano viste da molti anni. I due “big” della nostra produzione casearia, sembrano così volersi rifare della lunga crisi degli scorsi anni, cavalcando la favorevole congiuntura di mercato. Ma la crescita di oltre il 7% registrata nel 2011, che continua a ritmi ancor più sostenuti in questo inizio d'anno, potrebbe innescare una crisi ancor più forte di quella trascorsa. Né la crescita dell'export, mortificata dal calo dei consumi interni, basterà a ridurre questo rischio. Ben lo sanno i vertici dei due consorzi di tutela che però avevano le mani legate nell'imporre un freno ai produttori. Ma ora si cambia. I vincoli imposti dalle norme sulla concorrenza che impedivano la programmazione delle produzioni sono stati scavalcati dalle decisioni prese all'interno del “Pacchetto latte”, quell'insieme di norme messe a punto dalla Ue per disinnescare le prossime crisi del settore lattiero caseario. Dopo le anticipazioni di Agronotizie, l'argomento è stato al centro di una recente conferenza stampa alla presenza del ministro dell'Agricoltura, Mario Catania, e del presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro.

 

Programmare, finalmente

Cuore del provvedimento comunitario è infatti la possibilità per i Consorzi di tutela dei formaggi Dop di programmare i livelli produttivi, pur all'interno di vincoli pensati per evitare distorsioni della concorrenza. Una decisione di portata storica, ha sottolineato De Castro, resa possibile dal processo di codecisione affidato al Parlamento europeo dopo il trattato di Lisbona. Un risultato ancor più importante per come è stato raggiunto, ribaltando gli orientamenti della Commissione che su questo argomento vedeva molti Paesi schierati su posizioni opposte. Merito dell'impegno profuso dallo stesso De Castro, ma anche grazie all'impegno dei deputati italiani che hanno fatto quadrato nel sostenere l'emendamento sulla programmazione produttiva che è poi entrato nel corpo della normativa comunitaria. “Siamo riusciti - ha detto De Castro in conferenza stampa - a cambiare profondamente l'iniziale proposta della Commissione e ci auguriamo che lo stesso identico percorso si possa fare anche per la riforma della Pac.” E proseguendo ha auspicato che nel “Pacchetto qualità” in approvazione entro la prossima estate si possa inserire in tema di programmazione un provvedimento analogo per tutti le produzioni di qualità. Parole che faranno piacere a taluni Consorzi dei prosciutti Dop che avevano chiesto che anche a questo comparto fossero aperte le porte della programmazione produttiva.

 

Non solo programmazione

Quello della programmazione produttiva è solo uno dei punti toccati dal “Pacchetto latte”. Non meno importanti, come ha voluto ricordare il ministro Catania, è il riconoscimento del ruolo delle organizzazioni professionali di produttori e degli organismi interprofessionali insieme alla facoltà concessa alle OP di negoziare il prezzo del latte. Le decisioni comunitarie riguardano poi l'introduzione della clausola di salvaguardia per bloccare eventuali distorsioni della concorrenza e le nuove regole per il calcolo dei volumi di latte che saranno interessati dalla negoziazione fra le parti.

 

Pronti al via

Intanto l'iter di attuazione del “Pacchetto latte sta procedendo e il 28 febbraio il Consiglio europeo Affari generali ha adottato il regolamento relativo al Pacchetto latte che ora attende di essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Può essere utile riepilogarne i tratti essenziali.

Rafforzamento del potere contrattuale degli allevatori che potranno affidarsi alle Organizzazioni dei produttori per la negoziazione in forma collettiva dei contratti di cessione del latte.

Facoltà per gli Stati membri di prevedere contratti formali per le compravendite di latte.

Opportunità per i singoli Stati di riconoscere organizzazioni interprofessionali nel mercato lattiero.

A partire dal 2015, anno nel quale cesseranno le quote latte, sarà poi necessario informare la Commissione sui quantitativi di latte raccolto.

 

Cosa rimane da fare

Ora il ministero dovrà predisporre gli strumenti utili a dare pratica applicazione a quanto stabilito dal “Pacchetto latte”, salutato con favore da parte delle organizzazioni agricole italiane, che premono affinché sia data enfasi all'aggregazione dei produttori e al rafforzamento del loro potere contrattuale. E di strada da fare in questa direzione ce n'è ancora molta.