E riecco le mozzarelle blu. Ma meglio sarebbe dire i fiordilatte blu, tanto per non confonderci con la mozzarella “vera”, che è solo quella di bufala. Magari quella Dop, che di blu non ha proprio nulla. Il caso del fiordilatte di dubbia provenienza e di ancor più dubbia composizione è arrivato questa volta a Frosinone, nei primi giorni dell'anno. Nulla di nuovo rispetto ai casi che già si erano verificati sempre per le mozzarelle (pardon, i fiordilatte) o per le ricotte (rosse in quel caso). Prima la denuncia da parte di un consumatore preoccupato e indignato in eguale misura, poi il solito rincorrere della notizia da parte dei giornali, sempre “ghiotti” di scandali alimentari. Cui segue l'inevitabile caduta dei consumi e gli appelli per norme più severe per l'etichettatura degli alimenti (ma chi decide è Bruxelles) e per controlli serrati (che già ci sono). Intanto gli allevatori pagano per la caduta dei consumi e per il conseguente crollo dei prezzi (del latte in questo caso). Mentre chi ha ingannato i consumatori e attentato alla loro salute se la cava magari con una semplice multa, magari nemmeno tanto salata. Il mondo degli allevatori e soprattutto le organizzazioni dei produttori dovrebbero denunciare il danno subito ricorrendo alla autorità giudiziaria. Certo, i tempi della giustizia italiana non brillano per celerità, ma lo spauracchio di rimborsi milionari a favore dei produttori potrebbero fare più paura di una “multa”. E magari ridurre le tentazioni di far denaro frodando sui cibi.