"Il rischio della catastrofe economica è sempre più imminente con la decisione arrivata da Bruxelles di ratificare il blocco delle esportazioni delle carni sarde". Lo afferma il direttore regionale di Confagricoltura Sardegna, Maurizio Onorato, spiegando che: "Il non poter fare uscire dall'isola il maialetto, equivale a decretare la morte della zootecnia sarda e l'azzeramento di un simbolo che connota le nostre produzioni anche all'estero. Un vero danno per l'intera economia e per la sussistenza dei numerosi allevatori, che rischiano di vedere vanificati gli sforzi e il lavoro di tanti anni". 

"Occorre studiare quanto prima - prosegue Onorato - l'attivazione di un corridoio sanitario super controllato che garantisca la salvaguardia delle 469 aziende suinicole virtuose accreditate, indenni dalla peste suina e certificate secondo le regole della biosicurezza, oggi a rischio serrata. E' necessario - conclude - intensificare i controlli, vigilare per evitare il brado indiscriminato e l'abusivismo ed attivare al più presto delle premialità per le aziende che hanno scelto la legalità".

Cia: 'Blocco export, colpo mortale agli allevamenti'

Il presidente regionale della Cia, Confederazione italiana agricoltori sarda, Martino Scanu, intervenendo ad una riunione della giunta nazionale della Cia, ha espresso "forte preoccupazione" per quanto sta avvenendo nel comparto suinicolo regionale a seguito del blocco delle esportazioni dei prodotti a base di carne suina disposto dall'Unione europea e ha presentato un documento, approvato dalla giunta Cia, contenente una serie di proposte elaborate dalla federazione per risollevare il comparto

"Il blocco delle esportazioni - ha detto Scanu - rischia di dare un colpo mortale agli allevamenti. Il blocco totale ed indiscriminato delle movimentazioni, macellazioni ed esportazioni è inaccettabile. Servono strategie e misure realmente incisive ed un'azione coordinata con le rappresentanze degli allevatori".