Si è svolta ieri una riunione al ministero delle Politiche agricole per analizzare e discutere la proposta di regolamento della Commissione europea, che prevede l'abrogazione del sistema di etichettatura facoltativo delle carni bovine. 

L'Uniceb, Unione importatori esportatori industriali commissionari grossisti ingrassatori macellatori spedizionieri carni bestiame e prodotti derivati, la cui posizione è stata appoggiata da due sole altre organizzazioni, ha fatto presente ai rappresentati del Mipaaf come in un momento in cui tutti gli Stati membri, ed in primis il ministro dell'Agricoltura Romano, stanno chiedendo sempre meno burocrazia proprio nell'ambito delle negoziazioni sulla riforma della Pac, non riesce a comprendere il fatto che si continui in Italia a volere un regime che, dopo oltre dieci anni di applicazione, ha dimostrato di non aver portato alcun vantaggio in termini economici ai produttori, rappresentando invece un ulteriore onere che va ad aggiungersi ai già troppo elevati costi di produzione.

"Non si riesce a comprendere - sostiene l'Uniceb - perché si debba ritenere che solo le informazioni supplementari che riguardano le carni bovine, assoggettate ad un regime di controllo terzo, possano essere considerate affidabili, mentre tutto il resto dei prodotti alimentari commercializzati riportano in etichetta informazioni di cui ci si deve ciecamente fidare. Si ritiene che nel settore bovino si possa applicare il concetto, già utilizzato dalla Commissione europea nel pacchetto igiene che riguarda misure di carattere sanitario, di responsabilità diretta del produttore". 

"Nel caso in cui - conclude l'Uniceb - si dovesse optare per lasciare agli stati membri la possibilità di mantenere al proprio interno un regime di etichettatura facoltativa delle carni bovine previa autorizzazione, si verrebbe a creare un ulteriore divario di costi per i nostri produttori".