Niente da fare. La richiesta italiana di indicare la provenienza del latte nei prodotti lattiero caseari ci è stata negata dalle autorità comunitarie. Era il 25 agosto del 2009, in piena crisi del comparto lattiero caseario, quando dal ministero dell’Agricoltura partiva la proposta di indicare in etichetta l’origine della materia prima per il latte sterilizzato a lunga conservazione, per il latte UHT, per quello pastorizzato microfiltrato e anche per il latte pastorizzato ad elevata temperatura, nonché per i prodotti lattiero-caseari. L’obiettivo era quello di dare trasparenza a questi prodotti e rendere il consumatore consapevole nei suoi acquisti. Con una malcelata convinzione che questo stesso consumatore avrebbe finito con il premiare nelle sue scelte il prodotto made in Italy, offrendo così al mercato interno qualche opportunità in più di crescita.
La decisione
Una proposta, questa dell'origine in etichetta, che aveva trovato il dissenso di Federalimentare, ma che Assolatte, alla fine, aveva salutato con favore. Come previsto dalla direttiva comunitaria (la 2000/13/CE) che armonizza le norme relative all’etichettatura dei prodotti alimentari, la proposta di decreto è stata sottoposta al vaglio delle autorità comunitarie. E il 23 aprile è arrivata la risposta che raggela le speranze degli allevatori e spegne le opportunità per i consumatori di fare scelte più consapevoli. Come si può leggere sulla Gazzetta Ufficiale della Ue la Commissione ha imposto all’Italia di non adottare il decreto proposto ritenendo inapplicabili i seguenti articoli:
“Art. 2, riguardante l’etichettatura di latte sterilizzato a lunga conservazione, del latte UHT, del latte pastorizzato microfiltrato e del latte pastorizzato ad elevata temperatura è obbligatorio indicare il luogo di origine del latte oggetto di trattamento;
Art 3, comma 1, il quale dispone che nell’etichettatura dei prodotti lattiero-caseari è obbligatorio indicare il luogo di origine del latte utilizzato;
Art 3, comma 3, il quale dispone che le sostanze ottenute dalla trasformazione di latte o di prodotti lattiero caseari, che sono utilizzate nella fabbricazione di formaggi, ivi compresi i latticini, devono figurare nell’elenco degli ingredienti indicati nell’etichetta di tali prodotti con riferimento al luogo di origine del latte impiegato nella fase iniziale del processo di trasformazione.”
Le reazioni
Sulla decisione della Commissione è intervenuto il neo ministro dell’Agricoltura, Giancarlo Galan che ha detto: “Prendo atto della decisione della Commissione Europea relativa alla proposta di decreto ministeriale italiano che disciplina l’etichettatura del latte. Sarà mia cura prendere in mano il dossier per rendermi conto di quali passi ulteriori fare su questo delicato versante del consumo e della produzione.”
Sarà complicato tornare su questa decisione delle autorità comunitarie che nei confronti del decreto hanno espresso una lunga serie di critiche. Una battaglia difficile da vincere, ma che il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, intende portare avanti nell’interesse della trasparenza e della difesa degli allevatori e dei consumatori. “La recente esperienza del via libera comunitario all'etichettatura di origine dell'olio di oliva – ha detto a questo proposito Marini - ci insegna che le giuste battaglie per la trasparenza richiedono anni per essere vinte”. Armiamoci di pazienza, allora, e avanti con altre proposte che vadano in questa direzione.