La piralide del mais, Ostrinia nubilalis, è uno dei parassiti principali di questa pianta, ma come hanno mostrato ormai numerosi studi, la sua presenza e i suoi attacchi non sono uniformi e costanti, ma variano da zona a zona e da anno ad anno.

 

Avere metodi di monitoraggio sempre più accurati è quindi fondamentale per poter pianificare la lotta sia in biologico che in convenzionale, in modo da poter intervenire in maniera efficace e solo quando ce n'è realmente bisogno.

 

Tradizionalmente si usano trappole a feromoni, con i feromoni sessuali delle femmine, che sono molto efficienti ma attirano solo i maschi.

 

Ma sapere qual è la presenza delle femmine sul campo è più interessante dal momento che chi fa il danno alle piante sono le larve, che nascono dalle uova deposte dalle femmine.

 

Recentemente sono state messe a punto anche delle trappole a cairomoni, cioè sostanze odorose attrattive per l'insetto simili ad alcune sostanze odorose prodotte dal mais, che sono attrattive per la piralide, sia per i maschi che per le femmine.

 

Ma la piralide, essendo una falena e quindi un insetto notturno, come molti altri insetti notturni è attratta anche dalla luce ultravioletta. E così sono state messe a punto anche trappole luminose a led che emettono luce Uv, ottenendo ottimi risultati per quanto riguarda l'attrattività sia verso i maschi che, soprattutto, verso le femmine.

 

Una prova sperimentale è stata realizzata da un gruppo di ricercatori russi e ungheresi e pubblicata quest'anno sulla rivista scientifica Acta Phytopathologica et Entomologica Hungarica, dove è stata valutata l'efficacia attrattiva sia di trappole a cairomoni, che di trappole a luce Uv e anche di trappole combinate che utilizzavano sia cairomoni che luce Uv.

 

E i risultati sono stati interessanti, mostrando che le trappole a cairomoni e quelle a luce Uv hanno la stessa attrattività verso la piralide in ambiente controllato, mentre in pieno campo i migliori risultati sono stati dati dalle trappole a cairomoni.

 

Le trappole combinate a cairomoni e a luce Uv insieme hanno dato gli stessi risultati delle trappole solo con cairomoni o solo con la luce ultravioletta, e non migliori, facendo scartare l'ipotesi che l'uso contemporaneo dei due sistemi attrattivi potesse avere un'efficacia maggiore.

 

Inoltre queste trappole, sia quelle a cairomoni che a luce Uv, hanno attratto sì individui di entrambi i sessi della piralide, ma soprattutto femmine, rendendole quindi particolarmente interessanti per il futuro del monitoraggio di questo insetto.

 

Resta comunque ancora del lavoro da fare per perfezionare le tecniche di monitoraggio con queste trappole e stabilire specifiche soglie di intervento.

 

E oltre agli aspetti tecnici, questo studio mostra anche come la collaborazione scientifica possa e debba andare oltre le tensioni politiche e militari ed essere una strada non solo per lo sviluppo agricolo e tecnologico, ma anche per continuare a gettare le basi per un futuro migliore.