La cimice asiatica, Halyomorpha halys, è un insetto che ha poco bisogno di presentazioni, dal momento che ormai è presente su tutto il territorio nazionale, dove infesta abitazioni, giardini e coltivazioni.

 

E la sua presenza non è solo fastidiosa, ma comporta una notevole quantità di danni all'agricoltura e anche alle specie selvatiche, dal momento che come insetto può nutrirsi di moltissime specie di piante.

 

Da qui la necessità di controllare la sua popolazione, controllo che viene fatto sia con metodi chimici, usando insetticidi, sia con metodi di lotta biologica, cercando di favorire i suoi antagonisti, o anche allevandoli e rilasciandoli nell'ambiente come viene fatto con la così detta vespa samurai, Trissolcus japonicus, un piccolo imenottero che è in grado di parassitizzarne le uova.

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Ma da qualche anno si sta sviluppando una nuova strategia di lotta: il così detto controllo simbiotico, applicato tramite la strategia della lotta simbionticida.

 

Un metodo di lotta che si basa sulla riduzione dei batteri simbionti necessari alla cimice, provocandone un'alta mortalità.

 

Questa nuova strategia è stata proposta dai ricercatori del Dipartimento di scienze agrarie forestali e alimentari dell'Università di Torino, che da alcuni anni stanno valutando e perfezionando le modalità di azione.

 

Quando le femmine depongono le uova, i batteri simbionti presenti nel corpo della femmina rimangono sulla superficie delle uova e così, quando le cimici nasceranno, verranno a contatto con i batteri che colonizzeranno i nuovi individui.

 

Ma rimuovendo i batteri dalle uova, le cimici non potranno avere i loro simbionti nei primi stadi di vita, cosa che può portare ad una mortalità elevatissima delle ninfe, le forme giovanili dell'insetto.

 

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Uova e giovani esemplari di Halyomorpha halys

(Fonte foto: David R. Lance, Usda Aphis Ppq - Wikipedia)

 

Come ci spiega la professoressa Elena Gonella, per disinfettare le uova, il prodotto utilizzato è il Dentamet, un concime che contiene rame e zinco come microelementi e che presenta una buona attività antimicrobica.

 

Dopo un trattamento, che tra l'altro funziona anche come fertilizzante, la mortalità delle ninfe può arrivare al 90% in condizioni controllate.

 

E come hanno visto in uno dei loro ultimi lavori, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Pest Science, i trattamenti di Dentamet sembrano non interferire con lo sviluppo di eventuali antagonisti naturali della cimice, come la vespa samurai.

 

Se tra le uova trattate ci sono anche uova parassitizzate dalla vespa samurai, il parassitoide nasce comunque, cosa che può rendere possibile l'utilizzo combinato delle due strategie di difesa: la lotta biologica e il controllo del simbionte.


Il controllo simbiotico è una strategia certamente promettente, ma che sta muovendo ancora i primi passi, e che quindi si porta dietro diversi limiti.

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Il primo è l’elevata specificità di questa tecnica che la rende utilizzabile solo per quelli insetti che hanno una trasmissione dei loro microrganismi simbionti in ambiente aperto.

 

Se da un lato l'elevata specificità è un vantaggio ambientale perché riduce il rischio di colpire altri insetti non dannosi, primi tra tutti quelli utili come gli impollinatori e gli antagonisti naturali, dall'altro rischia di rendere molto ristretto l'utilizzo del metodo.

 

Addirittura la cimice verde Nezara viridula, subisce effetti molto variabili dai trattamenti fatti contro la cimice asiatica, anche se sono due specie molto simili.

 

L'altro limite è quello normativo, dal momento che attualmente la rimozione dei simbionti non è ancora riconosciuta come tecnica utilizzabile per il controllo degli insetti.

 

E questo fa sì che tutti i prodotti che si sono dimostrati efficaci per il controllo simbiotico contro Halyomorpha halys non sono registrati per il controllo degli insetti, cosa che comporta notevoli limitazioni operative per gli agricoltori, soprattutto per chi opera in agricoltura biologica, che potrebbe beneficiare in modo particolare di approcci alternativi alla lotta chimica.

 

Per questo i ricercatori stanno lavorando per valutare altri prodotti già presenti sul mercato, o al limite in fase di registrazione, che possano avere un’azione simbionticida

 

Ad esempio, oltre al fertilizzante già citato, anche un biofungicida a base di Bacillus velezensis esercita una buona soppressione della cimice asiatica tramite un’azione anti-simbionte.

 

E così altri principi attivi o agenti di biocontrollo, che attualmente sono usati contro target microbici, potrebbero essere utili anche per il controllo simbiotico. 

 

Individuare altre sostanze efficaci è importate anche per evitare o ridurre i rischi di sviluppo di simbionti resistenti, cosa che può essere fatta solo una buona rotazione dei principi attivi utilizzabili.

 

Principi attivi che, come sottolinea la professoressa Gonella, abbiano tutti un basso impatto ambientale e magari siano ammesse in agricoltura biologica, come quelle sperimentate fin ora dal gruppo dal suo gruppo di ricerca.

 

Il controllo simbiotico si pone quindi come una strategia nuova, che si promette interessante non solo per il contrasto alla cimice asiatica e che apre nuove scenari, opportunità e sfide per una lotta agli insetti dannosi sempre più ecosostenibile.

 

Per approfondire

Orrù et al., 2023 - No adverse effects of symbiotic control on the parasitism of Halyomorpha halys by egg parasitoids - Journal of pest science