Notizia fresca, del 30 maggio 2022: il Risk Assessment Committee (Rac) di Echa, l'Agenzia Europea per la Chimica, ha concluso che per quanto riguarda glifosate la corrente classificazione è adeguata al profilo tossicologico ed ecotossicologico della molecola. Non servono quindi modifiche in tal senso.
Secondo Echa, infatti, la classificazione di glifosate è corretto preveda specifiche frasi "H", ovvero H318 (Provoca gravi lesioni oculari) e H411 (Tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata). Nulla di nuovo quindi, poiché la reazione acida della sostanza attiva la rende nociva per gli occhi, come pure alcuni specifici organismi acquatici risultano sensibili a glifosate.
Il comitato ha riscontrato invece che le prove scientifiche disponibili non soddisfano i criteri per classificare glifosate in base alla tossicità specifica per i diversi organi bersaglio, né per considerarla sostanza cancerogena, mutagena o tossica per la riproduzione.
Il nuovo parere è quindi coerente con quello già espresso nel 2017, nonché con la proposta dei quattro Stati membri che attualmente valutano glifosate, ovvero Svezia, Francia, Ungheria e Paesi Bassi.
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Ritorna il glifosate ed è in ottima salute
I prossimi passi
Il nuovo parere dell'Agenzia europea per la chimica sarà pubblicato sul sito web di Echa e verrà inviato entro metà agosto 2022 sia alla Commissione europea, sia all'Autorità europea per la sicurezza alimentare. Dopodiché, Efsa effettuerà la propria valutazione dei rischi derivanti dall'uso di glifosate. Una valutazione alquanto ponderosa, sebbene conti già oggi su moli imponenti di dati scientifici, la quale dovrebbe essere completata nel luglio 2023.
Infine, sarà la Commissione europea ad analizzare le conclusioni di Efsa, inclusive del rapporto di valutazione del rinnovo preparato da Svezia, Francia, Ungheria e Paesi Bassi. Fatto ciò, la Commissione presenterà agli Stati membri una relazione circa il rinnovo della sostanza attiva a livello europeo, nonché una bozza di Regolamento sulla possibilità di rinnovare o meno l'approvazione dell'erbicida.
Le frasi H318 e H411 su Fitogest
A titolo di curiosità, di 1.814 formulati attualmente censiti su Fitogest sono 242 quelli che riportano la frase H411, di cui 6 a base di glifosate, mentre altri 218 riportano la frase H318, di cui 29 sono utilizzabili in agricoltura biologica, come per esempio svariati formulati a base rameica (solfato neutralizzato, solfato tribasico, idrossido e ossicloruro), ma anche contenenti zolfo, olio minerale e terpeni naturali come geraniolo e timolo.
Con la frase H411 vi sono invece 33 formulati autorizzati in agricoltura biologica, inclusivi di vari feromoni, olio essenziale di arancio dolce, piretrine naturali, olio minerale, azadiractina A, spinosad, alcune miscele di rame e ossicloruro di rame e perfino un microrganismo (Paecilomyces lilacinus).
Come si vede, le due frasi proposte per la classificazione di glifosate non sono alcunché di eccezionale, né possono di per sé essere prese a pretesto per additare l'erbicida come pecora nera del gregge. Anche perché a furia di indicare una pecora nera di fantasia, c'è il rischio che qualche integralista chemofobico realizzi che con il medesimo vello, tutt'altro che nero, esistono decine e decine di formulati che meglio sarebbe non venissero sporcati da accuse tanto infamanti quanto vuote di significato.
Come funzionano Echa e Rac
Insieme alla Commissione e agli Stati membri, l'Echa attua il processo di classificazione ed etichettatura armonizzata (Clh) per le sostanze pericolose, con l'obiettivo di salvaguardare la salute umana e l'ambiente.
La classificazione e l'etichettatura armonizzate si concentrano quindi solo sul concetto di "pericolo" delle sostanze, ovvero le loro potenzialità di essere dannose. Non viene cioè valutata in questa sede l'esposizione delle persone o dell'ambiente, cioè la valutazione dei rischi reali. Tale processo è infatti parte della revisione inter pares della valutazione del rischio effettuata dall'Efsa.
Il comitato per la valutazione dei rischi (Rac) è composto da esperti e scienziati nominati dagli Stati membri dell'Unione europea, nonché dal consiglio di amministrazione dell'Echa. Il Rac prevede anche la presenza di osservatori di diverse organizzazioni dell'Unione, in rappresentanza della società civile, del mondo accademico e delle industrie. Insieme, tali soggetti sono responsabili dell'elaborazione di pareri scientifici che vengono poi utilizzati dalla Commissione europea e dagli Stati membri dell'UE per decidere come controllare i rischi derivanti dall'uso delle sostanze chimiche.