Il fusicocco, sebbene sia conosciuto da tempo nei pescheti dell'areale romagnolo, rappresenta tuttora una problematica di difficile contenimento. Una presenza che dura da decenni e che negli ultimi anni ha visto un suo aggravio, una recrudescenza che desta non pochi problemi.
Questo per diversi ordini di fattori:
- una volta presente nel frutteto risulta impossibile da eradicare;
- la lotta chimica risulta di difficile attuazione poiché il gruppo di fungicidi riconosciuto come il più efficace (quello dei benzimidazoli) è stato rimosso dal mercato. Il loro profilo tossicologico particolarmente pesante ne ha determinato una graduale eliminazione. L'ultima molecola ad essere rimasta sul mercato era il tiofanato metile, ma nel 2021 è stata revocata l'autorizzazione al suo commercio;
- esiste una diversa sensibilità varietale. In generale, le percoche sono mediamente più sensibili delle nettarine e delle pesche. Ciò non toglie che, all'interno di ciascuna tipologia, esistano varietà più o meno sensibili all'attacco fungino;
- spesso vengono applicati piani di concimazione poco equilibrati con largo impiego di concimi azotati che rendono la pianta più vulnerabile.
Biologia di Phomopsis amygdali (Fusicoccum amygdali)
L'agente responsabile della malattia (Fusicoccum amygdali) si manifesta con sintomi che appaiono solitamente durante i mesi autunnali o primaverili e che sono riconoscibili attraverso lesioni di forma ellittica di colore bruno nocciola, leggermente depresse e centrate solitamente in corrispondenza della gemma.
Oltre ai cancri e ai disseccamenti sui rametti giovani (Foto 1 e 2), i sintomi di questa malattia si possono ritrovare anche sulle grosse branche o sul tronco sotto forma di cancri corticali, a volte anche molto profondi, tali da interessare il legno che appare imbrunito e che produce spesso, come conseguenza, abbondanti essudati gommosi (Foto 3 e 4).
(Foto 1 e 2: Cancri e disseccamenti sui rametti giovani - sintomi estivi)
(Foto 3 e 4: Essudati gommosi)
Gravi attacchi di fusicocco possono compromettere la produttività delle piante e, in condizioni estreme, portare alla morte delle stesse.
Sulle parti colpite appaiono delle piccolissime masserelle nerastre leggermente erompenti (picnidi) che, in condizioni di elevata umidità, formano degli essudati mucillaginosi e biancastri (cirri) costituiti da numerosissime spore (conidi). Queste rappresentano la principale fonte d'inoculo del patogeno.
I periodi primaverili e autunnali sono quelli in cui la propagazione del fungo è più intensa poiché generalmente sono i più piovosi o comunque caratterizzati da condizioni di persistente bagnatura della vegetazione (nebbie e rugiade) e temperature piuttosto miti.
La sperimentazione
La problematica particolarmente evidente su percoche, abbinata all'uscita dal commercio del tiofanate metile, ha indotto il Gruppo Conserve Italia a promuovere e cofinanziare un biennio di sperimentazione volto a individuare altre molecole chimiche efficaci nel contenimento del fusicocco e una loro integrazione nei programmi di difesa.
L'attività è stata condotta nel biennio 2019-2020 presso la Cab Massari di Conselice (Ra) su varietà Redhaven con il supporto scientifico del Servizio Fitosanitario Regionale.
Tra i prodotti chimici sono stati testati: strobilurine, triazoli, ditianon, dodina e altri formulati in via di registrazione. Tra i prodotti di biocontrollo sono stati testati: rame, rame in combinazione con zeolite e zinco, olio di soia, bicarbonato di potassio e differenti formulazioni di Tricoderma e Bacillus.
Questi prodotti sono stati studiati anche in strategia tra loro proprio per cercare di coprire tutto il ciclo colturale e per limitare l'eccesso di residui, oltre ad essere messi a confronto con il tiofanate metile, la molecola riconosciuta come la più efficace nel contenimento della patologia.
La sperimentazione sul fusicocco presenta difficoltà legate a come e quando la malattia mostra i sintomi e a eventuali gradienti latenti, non visibili in fase progettuale. Tutti elementi che rischiano di vanificare la bontà dei dati raccolti.
Per cercare di ovviare a tutto questo e poter giungere a indicazioni più chiare e nette possibili, è stato accuratamente scelto il campo su cui realizzare la sperimentazione, individuato grazie ad un rilievo iniziale necessario a conoscere la distribuzione del fungo nell'appezzamento prescelto. Una volta completata questa parte propedeutica, insieme alle normali operazioni di cartellinatura, sono stati marcati con bandella segnaletica cento rami per parcella. Cento rami, che per quanto possibile (quelli persi con la potatura invernale sono stati necessariamente sostituiti), sono stati valutati per l'intero biennio. Questo ha permesso di avere dati derivanti da due anni di applicazioni sulle stesse piante e di rilievi su molti dei rami inizialmente segnalati.
Le applicazioni sono state eseguite in modo preventivo sulla base del modello previsionale adottato dal Servizio Fitosanitario. In totale sono state fatte 12 applicazioni nel 2019 e cinque nel 2020.
Le frequenti piogge cadute nel 2019, in particolare nei mesi primaverili e autunnali, hanno reso necessaria una mole più elevata di applicazioni rispetto al 2020, anno che si è distinto per una frequenza delle precipitazioni decisamente inferiore, condizione che ha determinato un numero ridotto di applicazioni.
Quattro i rilievi eseguiti annualmente: il primo in prossimità della fioritura, il secondo al termine delle piogge primaverili, il terzo in corrispondenza della raccolta (metà luglio) e l'ultimo a caduta foglie.
I risultati ottenuti
Partendo dal presupposto che il tiofanate metile non è più disponibile sul mercato, è doveroso sottolineare come la difesa chimica nei confronti del fusicosso non sarà più la stessa.
Una molecola, quella tiofanate metile, dotata di un'efficacia prossima al 50-60%, con effetto preventivo e curativo e che teoricamente (escludendo l'impiego sui frutti dato il profilo tossicologico) poteva essere applicata in qualunque momento, indipendentemente dalla fase fenologica della coltura, assicurando sempre il medesimo livello di efficacia.
Ad oggi sono disponibili sul mercato molecole che, nelle migliori condizioni, hanno un'efficacia pari al 40-50%; così come ne esistono altre che, pur fornendo buone performance, non possono essere applicate in qualunque periodo poiché possono dare luogo a sintomi di fitotossicità. La difesa nei confronti del fusicocco va dunque attuata tutto l'anno impiegando l'agrofarmaco più efficace per ciascun periodo. In generale, per evitare eventuali effetti fitotossici, si raccomanda la massima attenzione alle tempistiche con le quali vengono eseguiti i trattamenti e il momento della giornata in cui applicarli.
Controllo della severità e dell'incidenza al 29 settembre 2020.
Severità: il valore indicato esprime la percentuale di riduzione dei sintomi sul singolo ramo rispetto al non trattato.
Incidenza: il valore indicato esprime la percentuale di riduzione del numero di rami con sintomi rispetto al non trattato.
Tra i prodotti oggetto della sperimentazione è stato impiegato un agrofarmaco a base di Cu e Zn da applicare a caduta foglie, la restante parte dell'anno è stata gestita invece con il tiofanate metile.
I risultati particolarmente positivi sono dovuti all'effetto combinato della molecola di riferimento (tiofanate metile) con quelli altrettanto positivi della miscela durante la fase di riposo vegetativo
(Clicca sull'immagine per ingrandirla)
Una primavera particolarmente fresca e piovosa come quella del 2019, dove tra la metà di aprile e l'inizio di giugno sono state effettuate sei applicazioni durante la prova sperimentale, ha esaltato le capacità di prevenzione delle differenti formulazioni a basso impatto ambientale di Tricoderma (40% di efficacia, valore mai più raggiunto in nessun altro rilievo) e parallelamente ha determinato la presenza di fitotossicità per le tesi trattate con rame (Cu) e bicarbonato di potassio.
Per i trattamenti effettuati a caduta foglie si è dimostrato interessante uno nuovo formulato a base di rame (Cu) e zinco (Zn). Si tratta di un prodotto sperimentale e presto disponibile sul mercato.
In presenza di varietà tardive possono rendersi necessari anche trattamenti estivi. In questa fase i Tricodermi e il Bacillus hanno effetto quasi nullo. Consigliamo quindi di applicare un prodotto sistemico.
Al termine dei due anni di attività e dopo 17 applicazioni, le molecole che hanno mostrato un maggior grado di efficacia sono state quelle a base distrobilurine, fosfonati di potassio e rame in combinazione con zeolite. Si tratta pur sempre di valori inferiori a quelli determinati dal tiofanate metile che rende imprescindibile l'attivazione di tutte quelle buone pratiche agronomiche volte a prevenire e contenere l'inoculo, come utilizzo di astoni sani, la rimozione dei rami infetti, l'impiego di varietà poco sensibili, la razionalizzazione delle concimazioni azotate, ecc.
A cura di Matteo Antonelli, Field agronomist East Team Crop Protection Services Department Agricola 2000
Sperimentazione e divulgazione è il progetto nato dalla collaborazione tra Agricola 2000 e AgroNotizie con l'obiettivo di comunicare agli operatori della filiera agricola i risultati delle attività di sperimentazione sul campo.
Agricola 2000 aiuta nella vendita le aziende produttrici di sementi, prodotti fitosanitari, prodotti di biocontrollo, biostimolanti e fertilizzanti.
Il supporto è dato da prove agronomiche sperimentali che valutano l'efficacia dei prodotti valorizzandone i punti di forza in diversi areali e su diverse colture, sia in campo che in ambiente controllato. Gli elevati standard operativi, in conformità alle vigenti normative europea e nazionale, garantiscono alle aziende produttive l'ottenimento di dati certi e spendibili a fini registrativi o dimostrativi.
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Fonte: Agricola 2000