Non solo dati economici ma anche confronti con scenari internazionali, nuove tecniche colturali e i prodotti a marchio Syngenta per migliorare la qualità delle uve da tavola a tutto vantaggio della produzione. Tra gli esempi di concorrenza internazionale è stato più volte citato il Cile, oggi primo produttore mondiale dopo aver scalzato l’Italia. Il Paese sudamericano ha puntato tutto, è emerso nel corso del convegno, sulla produzione di uva senza semi.
Un momento del convegno
Due relatori del convegno, Mario Colapietra, ricercatore di viticoltura e Tiziana Sarnari di Ismea, hanno fornito alla platea i dati economici dello scenario nazionale e internazionale della produzione attuale, gli andamenti di mercato, le difficoltà dovute alla problematica commercializzazione e al calo dei prezzi di vendita che rendono oggi poco competitive le aziende italiane. E la soluzione rimane sempre la stessa: adeguarsi alle richieste di mercato per essere competitivi e veder pagato il proprio prodotto.
“E’ ciò che ha fatto il Cile – ha spiegato Colapietra – che oggi è il maggiore fornitore del mercato statunitense. In Italia siamo più legati a varietà e sistemi colturali consolidati. Io spero che i nostri produttori possano almeno impiantare alcuni filari, in modo da verificare quale possa essere il vero apporto in termini di qualità e quantità”.
Tiziana Sarnari, analista di Ismea, ha invece fornito alla platea dati riguardanti la produzione italiana: 37.000 ettari coltivati a vigneto, di cui 24.000 in Puglia e quasi 10.000 in Sicilia. E tre sono ad oggi i marchi nazionali di qualità: l’uva di Puglia, l’uva da tavola di Mazzarrone e quella di Canicattì. “L’analisi strutturale - ha spiegato Sarnari - ci dice che ancora soffriamo per la difficoltà di concentrazione dell’offerta. Soluzione questa che potrebbe davvero fare la differenza nell’approccio al mercato di casa nostra e internazionale".
A conclusione della giornata di studi la parola è passata a Mauro Coatti, responsabile tecnico di Syngenta, per illustrare i quattro principali prodotti che oggi Syngenta mette a disposizione degli agricoltori per proteggere le produzione dagli attacchi dei principali agenti patogeni: Pergado, Cidely, Switch e Geoxe.
Pergado è un prodotto utilizzato contro la Peronospora, l’infezione della vite che attacca pesantemente le prime fasi vegetative della vite e le foglie. E’ un fungicida che ha un’ottima resistenza al dilavamento delle piogge, anche dopo poche ore di trattamento.
Il Cidely è un fungicida che permette di combattere l’oidio ed ha una lunga persistenza d’azione (10-12 giorni) e protegge il grappolo nella fase molto delicata di ingrossamento dell’acino.
Switch, registrato come antibiotrico, permette di combattere la botrite o muffa grigia, causata dal fungo “Botrys cinerea”, una delle principali malattie della vite. E’ una malattia che provoca gravi danni alle colture e che quindi mette a repentaglio grandi quantità di produzione nei territori vocati, Puglia e Sicilia. La botrite ha delle ripercussioni negative anche sulla produzione del vino poiché riduce la capacità fermentativa del mosto, distrugge alcuni composti aromatici tipici, porta alcune modifiche e difetti nel vino, soprattutto agli odori e agli aromi. Switch combatte anche i marciumi secondari del grappolo, causati da funghi secondari, Aspergillus e Penicillium. Esso si basa su due principi attivi, Fludioxonil (fenilpirrolo) e Cyprodinil (anilinopirimidina) che permettono non solo di combattere, ma anche di prevenire l’insorgenza di queste muffe.
L’azienda punta molto sulla sostenibilità ambientale: per questo, sono state illustrate le tecniche colturali, nonché di gestione del campo (le cosiddette “buone pratiche” che permettono di ridurre al minimo i danni per l’ambiente dovuti all’utilizzo di prodotti chimici). “Le buone pratiche – ha detto Giacomo Purromuto, esperto di sostenibilità in agricoltura e responsabile per Syngenta per Sicilia e Calabria – non sono un peso, sono un’opportunità. Le migliori pratiche migliorano ciò che già si fa con soluzioni che considerano l’azienda nel suo insieme. E’ importante adeguarsi all’evoluzione del sistema normativo: l’uso sicuro dei prodotti oggi è un’esigenza ineludibile”.
Spazio anche per una premiazione a conclusione del convegno. Mario Colapietra ha infatti consegnato a un produttore di Mazzarrone, la targa del “Premio bacca d’Argento” a Emanuele Bellassai, premiato per la sua trentennale produzione di qualità nell’ambito del 19° convegno “Uva da tavola”.
La consegna della targa del Premio bacca d’Argento a Emanuele Bellassai
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Agronotizie