Queste occasioni non sono aperte a tutti - i posti sono normalmente limitati a 100 persone al massimo -, ma la loro gratuità e lo spessore dei relatori (purtroppo nessun italiano) hanno invogliato molti connazionali ad attivarsi (con buoni risultati) per partecipare, avendo finora come alternativa conferenze organizzate in Centro Europa, tutt'altro che abbordabili, ma spesso con gli stessi protagonisti.
Tra i numerosi eventi organizzati dall'Autorità sin dal suo trasferimento nella sede di Parma, avvenuto nel 2005, ne segnaliamo i due più recenti, uno per tipologia: “Efsa Scientific Colloquium XIX: Biodiversity as protection goal in environmental risk assessment for Eu agro-ecosystems” e Workshop with stakeholders on Efsa’s Scientific Panel on Plant Protection Products and their Residues (PPR) “Guidance Document on tiered risk assessment for plant protection products for aquatic organisms in edge-of-field surface waters”.
EFSA Scientific Colloquium XIX: Biodiversity as protection goal in environmental risk assessment for EU agro-ecosystems
Il colloquio scientifico, presieduto dalla superstar del settore, Theo Brock, ecotossicologo di fama internazionale e vicedirettore del gruppo di lavoro “Agrofarmaci e loro residui” in seno all'Efsa, verteva sugli obiettivi strategici da perseguire nella valutazione del rischio ambientale di agrofarmaci, Organismi geneticamente modificati e specie esotiche invasive.
Le attuali normative sono infatti generiche e lasciano ai tecnici la definizione di cosa, dove e quando proteggere per garantire un adeguato livello di biodiversità nell'unione.
L'Efsa sta attualmente esplorando la possibilità di sviluppare una procedura armonizzata per specificare i livelli di protezione ambientale applicabili a ogni ambiente agrario, indipendentemente dall'agrofarmaco o dall'organismo da valutare.
Il principale nodo da sciogliere è come la biodiversità può essere valutata e misurata.
Gli altri relatori hanno esposto approfondimenti e proposte che andavano dalla quantificazione dei benefici ottenibili dall'uomo dagli ecosistemi come strumento per definire i livelli di protezione da adottare (Lorraine Maltby dell'Università di Shieffield nel Regno Unito), all'adattamento degli obiettivi ecologici a seconda delle situazioni (Monica Garcia-Alonso della Estel Consult), allo studio delle dinamiche di popolazione (Michael Bonsall della Oxford University), per poi concludere con un esempio d'Oltreoceano, dove Paul Jepson dell'Università Statale dell'Oregon ha presentato un lavoro sulla modellistica di popolazione per rilevare il cosiddetto “recovery”, utilizzata negli Stati Uniti nella valutazione del rischio ambientale.
L'apparente distanza dalla quotidianità non deve trarre in inganno: la decisione del livello di protezione ambientale da adottare ha un notevole impatto sull'intero settore, sulla disponibilità futura di mezzi tecnici adeguati, sugli investimenti e le opportunità per sviluppare soluzioni per l'Europa.
Workshop with stakeholders on EFSA’s Scientific Panel on Plant Protection Products and their Residues (PPR) “Guidance Document on tiered risk assessment for plant protection products for aquatic organisms in edge-of-field surface waters”
Decisamente più pragmatico l'approccio di questo simposio, dove i valutatori hanno esposto a valutandi (rappresentanti di imprese e consulenti del settore), altri valutatori (enti ufficiali da tutta europa) e altri “stakeholders” la linea guida sulla valutazione del rischio degli agrofarmaci per gli organismi acquatici che popolano le acque superficiali ai bordi dei campi trattati.
L'elevato livello di specializzazione degli argomenti non ha reso questo evento particolarmente appetibile al resto della filiera, ma la volontà di trasparenza di questo tipo di manifestazioni va premiata, specialmente perché colma la distanza esistente tra il “club del centro europa” (Olanda-UK-Germania) e i Paesi del sud, che con la loro molteplicità di coltivazioni e di scenari sembrano dedicare decisamente meno risorse di quanto non facciano i Paesi del Centro Europa, con la loro realtà semplificata fatta di enormi distese di patate, colza, frumento, orzo e quando va bene pomacee e vite, oltre all'imprescindibile luppolo per i tedeschi.
Conclusione
Indubbiamente questi simposi non sono solo turismo, e oltre alla discussione scientifica emerge quanta strada debbano fare ancora i Paesi del Sud, e in particolare l'Italia, per riuscire a farsi valere a livello europeo: non basta infatti avere 29 voti nelle consultazioni (il valore più alto) quando non si è rappresentati nella scrittura delle regole del gioco.
Paesi “piccoli” compensano la loro minore importanza (un esempio per tutti: l'Olanda, che ha 13 voti, uno meno della Romania) mettendo ai posti giusti i loro qualificatissimi esperti nella stesura delle linee guida che poi dovranno essere utilizzate da tutti.
Per saperne di più
EFSA. “EFSA Scientific Colloquium XIX: Biodiversity as Protection Goal in Environmental Risk Assessment for EU Agro-Ecosystems.” Parma, 2013.
EFSA. “EFSA Event: EFSA Engages with Stakeholders on Aquatic Ecotoxicology Guidance.” Parma, 2013.