A 17 giorni dalla scadenza del proprio mandato, la Danimarca, presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea, decide di rinunciare alla proposta di consentire agli Stati membri di vietare la coltivazione degli Ogm sul loro territorio con provvedimenti nazionali.

Questa, in sintesi, una delle decisioni adottate relativamente allo spinosissimo dossier sull'aggiornamento della Direttiva europea sul rilascio degli Organismi geneticamente modificati nell'ambiente.

Tutto è iniziato nel luglio del 2010, quando la Commissione europea ha presentato una proposta di modifica della direttiva sul rilascio degli Ogm nell'ambiente volta a consentire divieti nazionali a queste coltivazioni. Su questa proposta le tre precedenti presidenze (Polonia, Ungheria e Portogallo) non sono riuscite a trovare una sintesi tra i veti incrociati posti dagli stati membri che non hanno consentito di trovare una maggioranza qualificata che desse via al provvedimento.

La decisione lascia quindi inalterata l'attuale normativa che prevede che eventuali decisioni sul divieto di coltivazione degli Ogm debbano essere prese solamente a livello europeo per evitare disparità di condizioni tra i differenti stati membri.

Ovviamente reazioni opposte tra le varie lobby: alcuni comunicati stampa prevedono la richiesta di risarcimento danni a quegli stati che, come l'Italia, avrebbero penalizzato le aziende agricole privandole di mezzi tecnici che avrebbero incrementato la loro competitività europea e internazionale. Un eventuale dibattimento sarebbe senz'altro molto interessante, specialmente nella parte in cui i contendenti dovessero quantificare le conseguenze economiche di una decisione in un senso o nell'altro.

 

Per saperne di più

Il sito della presidenza Danese

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio - Relazione sullo stato dei lavori