Non c'è solo la Botrite. Bisogna fare i conti, quando si coltiva il kiwi, anche con muffe come il Penicillium e malattie come la Phyalofora, l'Alternaria e la Sclerotinia. Durante la fase di conservazione questi microrganismi sono in grado di apportare danni ai frutti, compromettendone la commerciabilità.

La contiguità fra i frutti, che caratterizza la fase di immagazzinamento prevendita, peraltro, rende ancor più facile il processo di contagio e successiva diffusione dei differenti agenti patogeni. Contro queste malattie la natura ha però messo a disposizione sostanze attive efficaci, come la pirrolnitrina appartenente alla famiglia chimica dei fenilpirroli, prodotta dal battere Pseudomonas pyrrocinia.

Da questa famiglia chimica deriva anche fludioxonil, sostanza attiva di Scholar di Syngenta Crop Protection. Fludioxonil viene impiegato a livello globale per la protezione sia di sementi e colture in campo, sia nei trattamenti di post-raccolta. L'actinidia è l'unica coltura su cui Scholar è registrato in Italia e su di essa il prodotto può essere impiegato immergendo o irrorando i frutti all'interno dei propri contenitori. Un tempo di circa 30 secondi è sufficiente per far si che un'adeguata quantità di prodotto sia giunta a contatto con i frutti. La dose consigliata è di 130 millilitri di formulato commerciale per ettolitro d'acqua mentre il tempo di carenza da rispettare dopo questo trattamento è di 30 giorni.

Come avvertenze, è bene ricordare come vada regolarmente controllata la concentrazione della soluzione utilizzata, avendo l'accortezza di ripristinarla con l’aggiunta di nuova soluzione e di sostituirla quando appaia sporca. Normalmente 40-50 litri di soluzione sono sufficienti per il trattamento di una tonnellata di actinidia.