Arriva in Italia la Drosophila suzukii, piccolo moscerino che sta colpendo impianti di diversi frutti, soprattutto fragola, lampone, mirtillo, mora, ciliegia, albicocca e altri spontanei come sambuco e caprifoglio.
Guarda la scheda sul sito dello Iasma: clicca qui.
Guarda la presentazione di Mauro Boselli sul sito del Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna: clicca qui:
Originario del sud-est asiatico si è poi diffuso in Giappone e Corea e, dal 2008, in alcuni Stati di USA (Florida, California, Oregon e Washington) e Canada (British Columbia).
In Europa l’insetto è stato segnalato ufficialmente nel 2009 in Trentino Alto-Adige. Altre segnalazioni ufficiali da parte dei Servizi fitosanitari in Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Campania e Calabria. La sua presenza è stata segnalata anche in alcune aree della Francia, Spagna, sud dell’Austria e in alcuni Stati balcanici.
La portata del rischio fitosanitario è enorme: basti pensare che si tratta di un insetto inserito nell’Alert list dell'Eppo (Organizzazione europea e mediterranea per la protezione delle piante) (ecco la scheda dell'Eppo: clicca qui). Nella campagna in corso sono stati segnalati molti casi di frutti sintomatici sulle varietà tardive di ciliegio (tra fine giugno e inizio luglio) nell’areale modenese e cesenate che hanno provocato danni economici rilevanti alle aziende agricole.
L’insetto
L’adulto D. suzukii misura circa 3 millimnetri, ha grandi occhi rossi e il corpo color bruno-miele. Il maschio presenta ali con bande scure sulla parte dorsale dei segmenti addominali. Nella femmina la parte terminale dell’addome è di color nerastro a causa della presenza di un ovodepositore robusto, marcato e fortemente seghettato che le permette di incidere l’epidermide dei frutti maturi sulla piante per poter inserire l’uovo direttamente nella polpa. Ogni femmina depone 2-3 uova per frutto, per un totale di oltre 300 uova nell’arco della vita. L’uovo schiude in 12-72 ore; la larva diventa adulta in 3-15 giorni a secondo delle condizioni climatiche. In questo modo si sviluppano diverse generazioni all’anno (fino a 13 in condizioni ideali). Le larve si alimentano della polpa, provocando la formazione di un’area depressa e molle che col passare del tempo diventa marcescente: è evidente che il frutto colpito non sarà più commercializzabile (Foto a fianco: sintomi di D. suzukii su frutti di ciliegio) .
Perché è così pericolosa?
La stragrande delle specie Drosophile conosciute (ad esempio D. melanogaster o moscerino dell’aceto) non è in grado di attaccare la frutta, perché le larve possono svilupparsi solo su frutti già danneggiati e marcescenti (con vie di ingresso già a disposizione e polpa molle).
Al contrario la D. suzukii, grazie alla particolare forma dell’ovodepositore, può deporre su frutti sani. Questa caratteristica unità alla notevole polifagia e al rapido ciclo di sviluppo rende l’insetto particolrmente pericoloso.
Monitoraggio dei frutti sospetti e degli adulti in campo
In questa fase iniziale della presenza dell’insetto in Italia è importante realizzare dei monitoraggi per individuare tempestivamente i primi focolai di infestazione. Parallelamente è necessaria un’opera di informazione e sensibilizzazione dei produttori sul rischio fitosanitario che la diffusione del parassita presenta.
Il monitoraggio sui frutti va effettuato a partire da metà giugno su piante poste negli incolti o in prossimità degli abitati, per poi passare a impianti e frutteti.
Per effettuare al meglio il controllo sui frutti si ricorre alla separazione per flottazione. Si impiega un contenitore trasparente, all’interno del quale si prepara una soluzione con due parti di zucchero e otto parti di acqua. A questo punto si spappolano i frutti e la polpa ottenuta viene inserita nella soluzione. Il contenitore con la polpa viene poi agitato e successivamente lasciato riposare per un breve periodo. Al termine le larve eventualmente presenti cominceranno a galleggiare nel liquido, permettendo una facile individuazione.
E’ importante effettuare anche un monitoraggio sugli adulti mediante trappole che saranno controllate e sostituite a cadenza settimanale. Tale attività può essere effettuata mediante trappole artigianali innescate con attrattativi alimentari. Si possono costruire con un contenitore di 250-750 millilitri in plastica, con un coperchio a tenuta su cui vanno praticati 4-6 fori di 5-6 mm sulla parte alta delle pareti per permettere alle mosche di entrare. Come esca attrattiva si può usare 3-4 cm di aceto di mele oppure una soluzione di 1-2 cucchiai di lievito di birra e uno di zucchero disciolti in 100 ml di acqua. La trappola va poi appesa ai rami più bassi dei fruttiferi da monitorare o, per la fragola, tra le foglie della piante.
La difesa chimica
Ad oggi nessun prodotto o principio attivo è registrato contro la D. suzukii.
Esistono però alcuni principi attivi registrati per altre avversità sulle specie fruttifere colpite da questo insetto che hanno un effetto indiretto anche sulla Drosophila.
E' dunque prematuro parlare di lotta diretta. Secondo alcune ricerca in fase di sviluppo svolte in Trentino e negli Statii uniti si ritiene che la lotta biologica debba tendere alla riduzione delle popolazioni dei adulti prima che possano deporre le uova. Una volta nel frutto infatti l’uovo e la larva non sono più controllabili con prodotti chimici.
(Fonte: Davide Dradi - Astra Innovazione e sviluppo)