Il fascino di un libro giallo si cela nella sua costruzione. Si parte con un avvenimento, il più delle volte tragico e solo continuando a scorrere parola dopo parola la trama intricata degli eventi, si entra in possesso poco alla volta, degli elementi che condurranno il lettore nelle ultime pagine del volume, a svelare il mistero. L'evento, fortunatamente non tragico, che vogliamo segnalare ha prologo in Serbia ed epilogo in Italia.
Siamo nel 1957 a sud del Banato, nella porzione serba della regione centro europea e nei campi di mais, una malattia fino ad allora sconosciuta fa la sua prima comparsa.
Sempre in Serbia - ma nell’agosto 200- Bojan Duduk, allora dottorando dell'Agriculture Research Institute - Pesticide and Environmental Research Center, Banatska, Belgrade-Zemun, e Assunta Bertaccini, Professore associato in Patologia vegetale presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, osservano i sintomi di una malattia che, dopo la prima sporadica apparizione del '57, aveva avuto una fase epidemica alla fine degli anni '60 ripetutasi, sempre nella stessa regione serba, tra la fine degli anni '90 ed i primi anni del nuovo millennio. Nel frattempo, la sua comparsa era stata sporadica ma costante.
I due ricercatori raccolgono campioni e procedono ad analisi specifiche in laboratorio, individuando la possibile causa della malattia. Pur essendo stata indicata sin dalla sua prima osservazione come una delle malattie più importanti a carico del mais nella regione serba, solo nel 2006 - grazie al lavoro di Duduk e Bertaccini in Serbia - è stato possibile associare un agente patogeno al ‘corn redness’.
Numerosi gli studi svolti in seguito che hanno portato ad avere oggi una conoscenza piuttosto approfondita della malattia e del suo ciclo epidemiologico.
Tutto molto interessante, ma l'Italia che c'entra?
“Si tratta”, spiega la professoressa Assunta Bertaccini, “di una fitoplasmosi", malattia associata quindi ad un patogeno a localizzazione floematica noto come fitoplasma, “che in Serbia, come è stato dimostrato da altri ricercatori, è veicolato al mais da un insetto identificato nel cixiide Reptalus panzeri, presente anche in Italia”.
I fitoplasmi, infatti, in quanto microorganismi unicellulari procariotici privi di parete, sono parassiti obbligati, ovvero sono incapaci di vivere e moltiplicarsi al di fuori della pianta o di un organismo vettore che utilizzano poi per penetrare attivamente nelle cellule della pianta ospite.
“Un mio dottorando” spiega Bertaccini, “ha individuato l'anno scorso, a fine agosto 2009, i sintomi della malattia su alcuni campioni prelevati in Lombardia, precisamente nella provincia di Mantova. I controlli di laboratorio effettuati su questi campioni, che presentavano la medesima sintomatologia riscontrata sul territorio serbo, hanno permesso di confermare la presenza di fitoplasmi. Nel nostro paese però” continua la professoressa “la malattia non è associata solo al fitoplasma identificato nel territorio serbo ma anche ad altri fitoplasmi da esso differenziabili.
I fitoplasmi associati alla malattia in Serbia appartengono al gruppo dello 'Stolbur', classificato nel gruppo tassonomico 16SrXII-A, a cui appartengono anche i fitoplasmi associati al legno nero della vite e alla virescenza ipertrofica o stolbur sul pomodoro".
"I sintomi più chiari - dice Bertaccini - si notano sulle foglie che mostrano alterazioni morfologiche e cromatiche evidenti nella fase terminale del ciclo del mais nel periodo che va da fine luglio a fine agosto. La finestra temporale per l'osservazione della malattia occupa, in genere, una decina di giorni. Va comunque considerato l'andamento stagionale e soprattutto quello delle piogge. In Serbia, quando osservammo la malattia era metà agosto, quando tutti sono in vacanza” scherza la professoressa “direi che, con le distinzioni climatiche del caso dipendenti dall'area geografica cui facciamo riferimento, la finestra di osservazione, pur rimanendo variabile, può collocarsi tra fine luglio e il 20 di agosto spingendosi in alcuni casi, nel mese di settembre".
Ciò che si osserva “è un arrossamento della nervatura che si estende successivamente alla foglia e allo stocco - continua Bertaccini -. La pianta quindi deperisce e dissecca non distinguendosi più da quelle circostanti nel giro di poche settimane dalla comparsa dei sintomi. La malattia in Serbia, descritta dal 1950, ha incidenze variabili dal 10 al 90% e perdite di produzioni anche rilevanti ma molto diversificate nelle diverse annate”.
Sul territorio italiano, le piante interessate dalla malattia sono caratterizzate in alcuni casi da dimensioni ridotte e pannocchie a volte malformate e di dimensioni molto piccole, in altri casi le pannocchie hanno dimensioni regolari ma con chicchi caratterizzati da ridotta turgidità come nei casi classicamente osservati in Serbia.
Sono comunque ancora in corso gli studi di caratterizzazione molecolare dei fitoplasmi e quelli epidemiologici che permetteranno di verificare l'importanza epidemica della malattia e dei diversi fitoplasmi ad essa associati nonché dei possibili insetti vettori nel nostro paese.
Si tratta dunque di una segnalazione, che senza alimentare inutili allarmismi, vuole essere un campanello d'allarme ed un invito alla comunicazione di eventuali casi sospetti ai servizi ed ai laboratori fitosanitari al fine di svolgere gli accertamenti del caso.
Bibliografia
- A. Calari et al. (2010). Phytoplasma detection in corn with reddening in Italy. Atti convegno “Current status and prospectives of phytoplasma disease research and management”. February 1st and 2nd 2010 Sitges, Spain, pg 5.
- J. Jovic et al. (2009). Stolbur Phytoplasma Transmission to Maize by Reptalus panzeri and the Disease Cycle of Maize Redness in Serbia. Phytopathology vol. 99, no. 9, pg 1053-1061.
- J. Jovic et al. (2007). Roles of stolbur phytoplasma and Reptalus panzeri (Cixiinae, Auchenorrhyncha) in the epidemiology of Maize redness in Serbia. European Journal of Plant Pathology vol.118, pg 85-89.
Duduk B. e A. Bertaccini (2006). Corn with symptoms of reddening: new host of stolbur phytoplasma. Plant disease vol. 90, pg. 1313-1319.
La curiosità
Ecco un video di Youtube in cui si parla proprio della malattia http://www.youtube.com/watch?v=AK37xxEi5yg