Si è molto discusso in questi ultimi anni circa la possibilità di brevettare non solo piante, animali, microrganismi, ma anche i loro geni e della differenza tra la scoperta di qualcosa già esistente in natura, e perciò patrimonio dell’umanità, e l’invenzione opera dell’ingegno umano, come tale potenzialmente brevettabile.
Nel caso delle risorse biologiche utilizzate in agricoltura - sebbene sia difficile distinguere tra invenzione e scoperta, poiché l’innovazione agricola è stata continua e collettiva a partire dalla domesticazione di piante, animali e microrganismi avvenuta oltre 10.000 anni fa - il grande patrimonio di agrobiodiversità che abbiamo ereditato e le conoscenze legate al suo utilizzo non dovrebbero essere oggetto di brevettazione in quanto appartengono alle popolazioni che hanno studiato e selezionato varietà, razze e colture.
Purtroppo in anni recenti stiamo assistendo alla raccolta di risorse genetiche vegetali finalizzata alla brevettazione ed allo sfruttamento commerciale, operata in modo mirato, utilizzando le conoscenze tradizionali delle popolazioni locali. L’attualità e l’importanza di questi temi è dimostrata anche dalle recenti parole del Papa, pronunciate contro la politica di appropriazione delle risorse naturali africane da parte delle multinazionali.
Il Convegno affronta problemi che sono al centro del dibattito nazionale e internazionale, con interventi di esperti italiani e di docenti della Facoltà che al tema della brevettazione della vita hanno dedicato i loro studi e ricerche.
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