"La nuova normativa è inutilmente penalizzante perché impedisce l’utilizzo di prodotti fitosanitari usati da sempre e in sicurezza in agricoltura". Lo afferma Agrofarma, Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica, in seguito all'approvazione da parte del Parlamento europeo, dei provvedimenti sull’autorizzazione e la vendita degli agrofarmaci che vietano l'uso di alcune sostanze e impongono una nuova legislazione a livello europeo. "Il mancato impiego di questi prodotti causerà sostanziose perdite di raccolti, Nomisma nel suo XI Rapporto sull’Agricoltura stima perdite per gli agricoltori da un minimo del 25% fino in qualche caso addirittura del 100%".
"Il calo della produzione agricola italiana favorirà l’importazione di prodotti agricoli extra europei che ovviamente non garantiscono gli stessi standard di sicurezza e qualità, sotto ogni punto di vista - prosegue l'Associazione in una nota -. Pertanto la normativa, a dispetto del suo intento, finirà per mettere ancora di più a rischio la salute dei consumatori."
"La nuova normativa si basa su una classificazione delle sostanze fatta a priori", puntualizza Agrofarma, "questo meccanismo classifica una sostanza solo sulla base della sua pericolosità intrinseca ma senza valutarne il rischio. La differenza tra pericolo e rischio è invece fondamentale. Per essere a rischio di sostanze dannose è necessario essere esposti ad un pericolo, che è qualcosa solo di potenzialmente dannoso.
In altre parole, la pericolosità delle sostanze deve essere valutata non in astratto, ma sulla base del livello massimo che può essere eventualmente ingerita assieme ai prodotti agricoli consumati nel corso di una normale dieta. Tra l’altro gli ultimi dati del ministero della Salute confermano che in italia la situazione è molto positiva. L’86.4% degli ortaggi sono totalmente privi di residui, mentre il 12.9% presenta residui sotto il limite di pericolosità e quindi assolutamente sicuri.
Stessa cosa per la frutta, con il 55.2% totalmente privo di residui e il 43.6% di residui sotto il livello di pericolosità e quindi assolutamente sicura".
 
I pareri delle organizzazioni agricole
"Per l’agricoltura europea si preannuncia un futuro con un uso sempre più razionale della chimica. Un orientamento che i produttori i italiani da tempo stanno sviluppando, guardando con maggiore attenzione alla qualità e alla sicurezza alimentare". Così la Cia-Confederazione italiana agricoltori commenta il voto, a larghissima maggioranza, del Parlamento europeo per un nuovo quadro di norme per realizzare un utilizzo sostenibile dei fitofarmaci, riducendone i rischi e gli impatti sulla salute umana e sull'ambiente, ma anche promuovendo una difesa integrata con alternative non chimiche a queste sostanze.
La Cia, nel ribadire che però bisogna evitare qualsiasi tipo di contraccolpo sulla produzione e sulle attività economiche delle imprese, ricorda che il voto riguarda un maxi-emendamento di compromesso già negoziato con il Consiglio dei ministri Ue.
"Positivo - avverte la Cia - anche il divieto a disperdere i fitofarmaci per via aerea, e di evitare o ridurre al minimo quelli utilizzati nei parchi, nei giardini pubblici, nei pressi delle strutture sanitarie e scolastiche. D’altra parte, l’agricoltura del nostro Paese ha intrapreso questa strada. Sta di fatto che le produzioni agricole nazionali, in particolare frutta e verdura, sono le più sicure in Europa. La presenza di fitofarmaci è in continua riduzione, mentre crescono in maniera costante le produzioni biologiche. Un primato che certo non nasce dal caso, ma grazie all’impegno svolto dai produttori e dall’azione portata avanti dalle organizzazioni professionali che hanno permesso nell’ultimo decennio di raggiungere livelli di sicurezza estremamente elevati.

 
“Le decisioni prese oggi dal Parlamento Europeo in materia di prodotti fitosanitari sono di grande interesse per gli agricoltori, i consumatori e per l’ambiente, anche se richiedono specifici approfondimenti al fine di valutarne l’impatto che avranno sulla difesa delle colture”. Così Confagricoltura commenta. Da una parte, spiega l'organizzazione, vengono rafforzate azioni dirette ad implementare le tecniche di produzione integrata; dall’altra sono introdotte novità che porteranno ad una ulteriore diminuzione dei principi attivi utilizzabili.
“Se da una parte si blocca lo sviluppo delle biotecnologie e dall’altra diventano sempre meno gli agrofarmaci disponibili, si rischia di provocare seri danni all’agricoltura italiana" commenta Confagricoltura che chiede un forte impegno a livello nazionale per tutelare le produzioni mediterranee ed evitare che la concorrenza dei Paesi extraeuropei, non soggetti alle stesse regole comunitarie, diventi sempre più forte.
In merito all’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari occorre procedere al recepimento della direttiva nel rispetto delle indicazioni contenute, evitando per gli agricoltori italiani obblighi maggiormente restrittivi, che comportino ulteriori ed inutili vincoli amministrativi e burocratici.

Gli agricoltori e le cooperative agricole rappresentati dal Copa-Cogeca hanno opinioni diverse circa l’esito di questo processo che dura ormai da tre anni. Pekka Pesonen, Segretario generale del Copa-Cogeca, ha dichiarato: “Siamo sollevati dal fatto che l’Ue continuerà a basare la propria legislazione su solide basi scientifiche, senza cedere alle istanze più estremiste. Trovare un equilibrio fra la sicurezza delle derrate alimentari, la sostenibilità agricola e ambientale e la disponibilità di prodotti sani a prezzi abbordabili è il nostro obiettivo primario. Credo che dopo il voto di oggi dovrebbe essere ancora generalmente possibile garantire una protezione efficace delle piante secondo questi principi”.
“Constatiamo tuttavia con grande preoccupazione che la decisione del Parlamento a proposito di alcuni criteri di esclusione non è stata presa sulla base di una solida valutazione basata sul rischio. La decisione di oggi implicherà anche l’eliminazione di certe sostanze attive utilizzate dagli agricoltori per prevenire lo sviluppo di ceppi resistenti e per assicurare delle colture sane”, ha aggiunto il Segretario generale. "Deve essere esaminata l’incidenza sulle importazioni da paesi non membri dell’Ue. Tutte le conseguenze che l’accordo di oggi avrà sul settore agricolo dipenderanno da come sarà attuato".