Quindici anni di studi, svolti dai ricercatori francesi e da quelli dell’INRA in particolare, hanno evidenziato che l'applicazione maggiormente sviluppata nella lotta biologica ai parassiti delle colture fa ricorso al tricogramma, un insetto predatore della piralide che viene utilizzato per proteggere i campi di mais.
Risultati molto interessanti si sono ottenuti anche nelle colture in serra, in particolare sui pomodori e i cetrioli. Altre ricerche si interessano a possibili applicazioni nell'arboricoltura fruttifera.
Il tricogramma è un predatore naturale della piralide, un insetto che appartiene alla famiglia delle api e che rappresenta un vero pericolo per le coltivazioni di mais.
Nel 2001, 65.000 ha di mais, ossia circa il 10% delle superfici coltivate in Francia, sono stati protetti grazie all'utilizzo di questo predatore.
La tecnica consiste semplicemente nel deporre nei campi delle capsule contenenti larve di tricogrammi che, al momento desiderato, si trasformano in insetti in grado di distruggere le larve della piralide.
Nello stesso giorno vengono depositati tricogrammi che hanno raggiunto stadi diversi di sviluppo: le larve si trasformano in insetti nei 3, 7 e 21 giorni successivi alla deposizione.
Per proteggerle, le larve sono depositate con la massima cautela all'interno di cartocci, fissati a mano sulle piante di mais (circa 300 capsule per ettaro).
Il Ctifl (Comitato tecnico interprofessionale della frutta e della verdura) ed il Comitato dipartimentale per lo sviluppo dell'orticoltura della Loire-Atlantique (Nord Ovest della Franca), hanno sviluppato delle tecniche basate su vari insetti per le coltivazione in serra di pomodori e cetrioli.
L'obiettivo è quello di combinare al meglio il trattamento biologico con quello chimico.
In arboricoltura, L'Acta (Associazione per il coordinamento delle tecniche agricole) ha svolto alcuni esperimenti per l'uso di antiparassitari biologici.
E' il caso, ad esempio, del ricorso a degli acari predatori di ceppo italiano, l'Amblyseius andersoni, per combattere gli acari rossi dei meli.
Gli acari innocui per gli alberi hanno permesso di regolare la popolazione degli acari rossi ed il loro utilizzo è stato esteso ad altri tipi di frutteti.
In questo caso la tecnica non consiste nell'introduzione dei predatori una o più volte all'anno, ma in una vera e propria colonizzazione di un'area geografica. Ciò permette di mantenere la presenza di acari dannosi ad un livello accettabile, evitando così danni economici.
Per veicolare i predatori, il Ctifl ha fatto ricorso a dei listelli di feltro posti sui tronchi all'inizio della stagione, o sui rami in estate.
Dal 1993 l'Amblyseius andersoni è stato introdotto in una trentina di siti diversi, in cui si sviluppa progressivamente, colonizza i frutteti riuscendo a controllare la popolazione di acari rossi.
Affinché la tecnica sia completamente a punto è ancora necessario determinare con precisione il numero di acari predatori da utilizzare, ma i risultati in questa regione sono estremamente incoraggianti.